Carmelo Chiaramonte. Lezioni di cucina a teatro


Nella foto Carmelo Chiaramonte
Nella foto Carmelo Chiaramonte

Sentire parlare il Cuciniere errante Carmelo Chiaramonte è sempre un’esperienza multisensoriale. Sentirlo parlare mentre si adopera ai fornelli è un’esperienza anche del gusto. Sentirlo parlare e guardarlo cucinare sul palcoscenico di un teatro diventa spettacolo puro. Ecco come il cuoco modicano il palcoscenico del ma Mu-sica Arte, il club di via Vela a Catania, sono assolutamente compatibili. Carmelo Chiaramonte non sarà solo il Cuci-niere ma il grande cerimoniere per cinque lezioni di cucina sul palco del Ma, con cinque temi che attraverso i racconti e i viaggi del Cuciniere Errante, in una rassegna leggera e profonda, forniranno una panoramica sui temi della biodiversità alimentare, le ricette antiche e tutto quello che non ci viene raccontato sul cibo.

Questo il calendario degli incontri: mercoledì 11 gennaio, i frutti della terra; mercoledì 1 febbraio, il mare d’inverno; mercoledì 22 febbraio, carnevalate gastronomiche; mercoledì 15 marzo, la cucina imperfetta della mamma; giovedì 6 aprile, droghe e spezie, alimenti di piacere.

11 gennaio, i frutti della terra. L’inverno siciliano è tra le stagioni in cui si assiste al guizzo di frutti che maturano qua e là con una gamma di sapori e colori infiniti. Frutti noti e bacche, balauste e drupe dimentica-te. Riprendere in mano una nuova conoscenza della campagna mediterranea. I sapori del tempo di certi alberi nudi è ricco di sapori curiosi, qualche volta amari, ricchi di tannini e aspri. Come si cucina una mela coto-gna? Che sapore hanno la sorba e la nespola d’inverno! E il freddo porta anche il sapore di frutti che amiamo mangiare tutti i giorni, nocciole, noci, pistacchi, mandorle e agrumi di ogni colore. Anche la melanzana e il pomodoro sono un frutto? E qual è la loro stagione migliore? Percorsi di cucina semplice spiegata e raccon-tata dal Cuciniere errante Carmelo Chiaramonte il quale con l’ausilio di quattro fornelli, come a casa, spiega e racconta come preparare i vini cotti di uva da vendemmia, di fico d’india, melograno e persino carrube. Un invito a riflettere su come usare meglio le mani per procurarsi il piacere del buon gusto sotto il segno di una passeg-giata e di percorsi alternativi di gastronomia semplice e dai costi sopportabili.

1 febbraio, il mare d’inverno. Il mare e le scogliere, dietro la televisione e i poster d’agenzia viaggi. Planc-ton e poseidonia. Certe piante sugli scogli. Le alghe. L’acqua di mare in cucina. Attinie e Oloturie. Ichtus. Le conchiglie. Tessuto di mollusco: il bisso di Pinna Nobilis. Pesci e pittori. Umore vitreo. Pelle, pinne, calli e spine. La testa del tonno. Salatume di pesce: lo stomaco, la sacca spermatica e la ficazza. Sentimento crudo e salato. Foie Gras di mare. Salsiccia di mare. I piatti mare-montagna. Un gambero, 5 sapori. Crostacei scom-parsi. Anatomia gastrosofica degli spaghetti allo scoglio.

22 febbraio, carnevalate gastronomiche. Carnevale e il suo rito di purificazione. Esorcizzare il dolore e portare via tristezza e mali del passato. La cucina dei Saturnali e Trimalcione. Vino di rose. Bruegel. Lorenzo il Magnifico. Il maiale. Scrofe che mangiano tartufi. Porci che mangiano porcini. Dusmet e la cucina dei Be-nedettini a Catania. Terra matta. Il timballo del Gattopardo. Un carnevale siciliano e la pasta “cacata”. Dubbi gastronomici. Triplo cannolo e vassoio di spine. Dubbi, indovinelli e scherzi in cucina. La cucina mascherata e quella futurista.

15 marzo, la cucina imperfetta della mamma. Ha i polsi larghi e le caviglie nervose, un vestito nero coi fiori non ancora appassiti. Certe volte è alta, altre bassa o nella media. Ci sono state decenni in cui si alzava presto, davanti ad una fontana di farina e ha stirato chilometri di tagliatelle. Mentre noi dormivamo ha messo in forno quintali di focacce e cucinato ettolitri di brodo con le polpettine. Ci ha nutriti con una cucina che è stata metafora e prolungamento di un cordone ombelicale rimpianto. I suoi maccheroni sugosi ci hanno fatto compagnia per ore, così i biscotti e le cotolette. In molti abbiamo sentito, annusato e masticato una cucina perfetta. Poi siamo diventati blogger, buongustai in genere e abbiamo deciso che la mamma non ha nulla a che fare con l’alta cucina. Ne siamo ancora profondamente sicuri? Il mondo della cucina matriarcale d’Italia, irripetibile, sempre uguale, umorale, imperfetta e bella in molte delle sue varianti regionali. Ospite della sera-ta, la signora Margherita Chiaramonte, madre del Cuciniere errante modicano.

6 aprile, droghe e spezie, alimenti di piacere. Sono sempre intorno a noi, nel nostro quotidiano mangiare e cucinare. Eppure ignoriamo quanti sali esistono in Europa, il loro colore e le consistenze dei cristalli. Il pepe nero è pepe e basta anche se esistono numerose varietà nel mondo. E l’aceto? Balsamico, di vino o di frutta? Carmelo Chiaramonte illustra i condimenti che spesso riteniamo banali, insignificanti che lasciamo in dispensa nell’ombra. Le nostre case sono colme spesso di vasetti di chiodi di garofano o bacche di ginepro. Qualcuno ce le ha regalate ma ne ignoriamo l’uso. Il caffè è il sorriso delle nostre colazioni, ma che mondo si nasconde dentro una tazzina marrone? Il Cuciniere errante cucinerà il cacao nei piatti salati della tradizione italiana. Mostrerà come si prepara il cioccolato di Modica, l’unica ricetta originale in Italia della tavoletta che prepa-ravano i Maya, 600 anni fa. Non mancheranno i segreti svelati del potere rigenerante delle droghe alimentari e delle spezie più curiose del mondo. Il fungo è un alimento o ci porta soltanto profumo di alberi e muschio? Quanto è suggestivo utilizzare il profumo del tabacco in cucina? Ospite della serata sarà il Maestro cioccolat-tiere Salvatore Giannone dell’Antica Dolceria Bonajuto di Modica.

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