Libera Nos Domine, la rivoluzione in musica e parole di Enzo Iacchetti


Enzo Iacchetti
Enzo Iacchetti in Libera Nos Domine

Uno spettacolo ironico e provocatorio che attinge a piene mani dal meglio della musica cantautorale italiana: Enzo Jannacci, Francesco Guccini, Giorgio Faletti e Giorgio Gaber. Dopo tanta tv lo show man Enzo Iacchetti torna al primo amore (chi non lo ricorda, agli esordi, sul divano del “Maurizio Costanzo Show” in compagnia della sua chitarra?), alla musica e al teatro, con il nuovo spettacolo Libera Nos Domine (titolo che trae spunto da una canzone di Francesco Guccini pubblicata nel 1978) che lo vedrà in scena mercoledì 14 febbraio al Teatro Garibaldi di Enna, evento fuori abbonamento nella stagione firmata da Mario Incudine ed organizzata dal Comune in sinergia con l’Università Kore e venerdì 16 febbraio al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta per la stagione firmata da Moni Ovadia e organizzata dal Comune in sinergia con Crodino e Caltaqua. Con questo spettacolo, firmato alla regia da Alessandro Tresa, Enzo Iacchetti esprime il desiderio di comunicare al pubblico attraverso parole e musiche, nel puro stile Teatro-Canzone, staccandosi dal cabaret per arrivare a maturare considerazioni che lo allontanano da come lo conosciamo in tv. Dopo i successi a teatro che lo hanno visto protagonista di in spettacoli come “Il Vizietto”, “Matti Da Slegare” e “Chiedo scusa al Signor Gaber”, in cui si è affermato sia come autore che come atto-re, Iacchetti torna in scena in Libera Nos Domine, uno spettacolo completamente nuovo, in cui l’artista in scena è aiutato da effetti speciali coinvolgenti, tra cui le installazioni virtuali firmate da Gaspare De Pascali. Solo in scena, in questo spettacolo Iacchetti è prigioniero dell’attualità e vuole liberarsi dai dubbi che lo affliggono sul progresso, sull’amore, sull’amicizia, sull’emigrazione e religione, offrendoci un’ultima ipotesi di rivoluzione. Iacchetti affronta con ironia e provocazione la sua “prigionia”, facendo ridere ma soprattutto emozionare, con la rabbiosa delicatezza con cui cerca di salvarsi.

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