10 luglio 1943: il “pizzino” del capitano Tarro donato al museo


Alla 491^  Batteria. Resistere sul posto. Viva l’Italia Viva il Re. 10 luglio 1943 7,50”.

Da poche ore è in corso lo sbarco delle armate anglo-americane lungo la costa siciliana. ‘ Operazione Husky è in pieno svolgimento. Il mare è nascosto da centinaia e centinaia di navi militari che sbarcano uomini e mezzi anfibi:   i nostri militari si rendono conto subito che la difesa è impossibile.

Un giovane capitano resta sgomento davanti all’avanzata dei nemici: la sua postazione di artiglieria è ben poca cosa. Manda un soldato a richiedere le consegne al suo comandante di battaglione, perchè le linee telefoniche sono interrotte, sabotate dai paracadutisti nemici o distrutte dai bombardamenti.  A distanza di settanta anni Guglielmo Tarro, il capitano, donerà martedì prossimo quel “pizzino”, informale, patrimonio di sentimenti e di ricordi, al Museo storico dello sbarco in Sicilia, di Catania.

 

Poche righe, sbiadite, scritte su un pezzo di carta ingiallito dal tempo. Guglielmo Tarro, che compirà cento anni il 26 settembre prossimo, ha conservato gelosamente quel cimelio per settanta anni. Il 10 luglio del 1943 era  comandante di una batteria antisbarco a S. Croce Camerina. Chiese cosa dovesse fare. Il tenente colonnello Francesco Milazzo, comandante del battaglione,  gli risposte di resistere.. Poche ore dopo, però, il capitano Tarro ed i suoi uomini, dopo aver distrutto i pezzi e i documenti, furono costretti ad arrendersi ai marine statunitensi. L’ufficiale fu imbarcato e portato in un campo di prigionia nel New Jersey; dopo oltre due anni rientrò in Italia. Promosso maggiore e poi, a titolo onnorifico, tenente colonnello, ha ricevuto  la Croce al Merito di Guerra e l’onorificenza di cavaliere della Repubblica Italiana.

Nei giorni scorsi ha partecipato al convegno organizzato dal vice presidente dell’Ars, Salvo Pogliese, per ricordare il settantesimo anniversario dello sbarco in Sicilia, adesso è pronto a donare un pezzo, anzi un “pizzino”,  importante della sua vita al Museo della Provincia regionale di Catania, che così arricchirà il suo patrimonio storico..

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