Ferruccio De Bortoli: “Un buon giornalista? Deve essere libero e responsabile”


De Bortoli -Milazzo
Ferruccio De Bortoli direttore del Corrieie della Sera e il giornalista Nino Milazzo ph.Angela Strano

“L’alfabeto della memoria”, ciclo ideato dal giornalista Nino Milazzo, presidente del Teatro Stabile di Catania, stavolta ha scelto la lettera G come giornalismo. L’incontro culturale ha avuto come ospite Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera. Presso il Teatro Angelo Musco i due giornalisti si sono confrontati attraverso un’intervista condotta da Milazzo. All’evento era presente Enzo Bianco, sindaco di Catania. De Bortoli, rispondendo alle domande, ha parlato di giornalismo, della nuova comunicazione su internet, degli inviati di guerra, dell’informazione politica, del futuro dell’economia, dell’immigrazione, della criminalità, del Mezzogiorno, di Papa Francesco e della situazione politica mondiale. De Bortoli fa parte della giuria del Premio Cutuli: “Maria Grazia sarà ricordata, premiando dei giornalisti- ha dichiarato- che si sono distinti per il loro lavoro a livello nazionale e internazionale. Maria Grazia Cutuli ha cercato di dare voce alle popolazioni colpite e di trovare la verità oltre le notizie ufficiali”.
Durante l’incontro si è discusso dei problemi editoriali che affrontano i giornali oggi. Le cause, legate alla nuova tecnologia e alla crisi economica, hanno portato alla riduzione delle vendite e di organici. I problemi sono difficili, ma i lettori restano. “Anche sulla rete- spiega De Bortoli- la qualità conta. I quotidiani offrono contenuti, ma devono cambiare il loro linguaggio ed essere approfonditi. In alcuni casi, però, l’informazione è diventata una grande community gratuita e non viene più pagata. Ad esempio, Google prende i contenuti dai quotidiani e dai libri non riconoscendo i diritti d’autore. Questo è uno degli aspetti che hanno reso quasi drammatica la crisi dell’editoria. È importante che si preservi un pluralismo delle idee e che l’opinione pubblica non diventi una rappresentanza passiva del paese”. Secondo il giornalista Milazzo ad una crisi editoriale corrisponde anche un decadimento della professione del giornalista. “ La categoria- ha detto Milazzo- è diventata invisa, addirittura Grillo la disprezza. C’è stata un’involuzione del giornalista o è semplicemente cambiato il suo ruolo?” L’idea di De Bortoli è che “i giornalisti devono capire che sono al servizio del pubblico. Devono porsi sullo stesso gradino del lettore, che è il loro punto di riferimento. Non devono essere depositari della verità. Essere un buon giornalista vuol dire essere libero, ma allo stesso tempo responsabile e fornire degli elementi al cittadino per deliberare, promuovendo uno spirito critico”. Oggi attraverso le immagini c’è la sensazione di conoscere tutti gli avvenimenti del mondo. Ma a volte le immagini non bastano per conoscere la verità, ecco perché vengono inviati in guerra i giornalisti. “Dall’inizio dell’anno- ha spiegato De Bortoli- sono morti già 52 giornalisti. Pensate che responsabilità ha un direttore ad inviare un giornalista. Però è necessario, affinché possano descrivere ciò che accade. S’inviano persone con esperienza, che conoscono gli elementi di sicurezza. A volte, scrivono cose sgradevoli sui militari della loro stessa nazione, pur di fornire la verità”.
Non è mancata una discussione sulla chiesa e il Papa. “ Francesco- ha dichiarato De Bortoli- porta una ventata di novità e simpatia. Ha parlato al cuore dei credenti e dei non credenti. Contrappone la speranza all’ottimismo. Spero che la sua innovazione possa avere successo, ma l’opposizione della Chiesa tradizionale è molto forte”.
Oltre che sugli argomenti di politica estera, si è puntata l’attenzione verso la politica interna, la crisi economica e la situazione attuale del Paese.

De Bortoli-Milazzo-Bianco1
Ferruccio De Bortoli, Nino Milazzo e il sindaco di Catania Enzo Bianco ph. Angela Strano

La presenza di Enzo Bianco, ha dato la possibilità a Nino Milazzo di esprimere la propria solidarietà per l’episodio di violenza del quale è stato vittima nei giorni scorsi. “Il clima di violenza- ha detto Milazzo- nasce in certi settore dell’informazione privi di controllo”. L’intervento del sindaco Bianco ha evidenziato la condizione del Mezzogiorno: “Nel nostro Paese prevale l’urlo, sia nei mass media, che nei nuovi strumenti telematici. Il tema del Mezzogiorno è scomparso dalle agende dei politici ed è una vergogna. Non se ne parla più neanche nei giornali. La situazione dei collegamenti e delle linee ferroviarie sono d’esempio alla nostra condizione. Lo Statuto Speciale ha fatto tanti danni alla Sicilia, quanto la mafia”.

Articolo Precedente Quarta tappa per i Compagni di Cammino: la carovana si fa più numerosa
Articolo Successivo L'Associazione degli acconciatori inaugura l'Anno accademico

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *