Italiano, lo conosci? #Maancheno!


italiano maancheno

Il contesto linguistico di qualche anno fa contestualizzava l’uso dell’espressione polirematica ma anche no come scherzoso e ironico, una sorta di modismo che, con un po’ di pazienza, sarebbe scomparso o si sarebbe trasformato in un’espressione cristallizzata di uso corrente. Così, quella che aveva tutta l’aria di essere una truce profezia sembra, ad oggi, essersi avverata nel suo più infestante e stridente manifestarsi, tutto di ignoranza e stupidità.

L’Accademia della Crusca recita: «La sequenza ma anche no è comune alla lingua italiana nel caso di precisazioni o rettifiche parziali come “un’attività diversa da quella commerciale, che può essere agricola, ma anche no (Antonio Brunetti, Trattato del diritto delle società, vol. 1, Giuffrè, 1948). In tale esempio l’avverbio no ha valore olofrastico, ovvero sostituisce un’intera frase che, nella sua forma pienamente strutturata, dovrebbe essere del tipo può essere agricola, ma anche non agricola. Oggi, invece, l’uso della polirematica ma anche no si presenta in un contesto diverso, come sequenza isolata in risposta a proposte, inviti o eventualità non proprio allettanti come in questo esempio: D. Andiamo al cinema stasera? R. (Ma) anche no

Se l’essenza dell’anche è quella di congiunzione coordinante che rafforza il rapporto copulativo con l’elemento precedente espresso o sottinteso, va da sé che la congiunzione non potrà essere utilizzata se non fatta seguire da un concetto che risulti opposto a quello in precedenza espresso. Ad esempio alla domanda Vieni al cinema stasera? La risposta potrà essere o o no, oppure potrà contenere l’anche per indicare un dubbio, un’alternativa. Ad esempio Da un lato verrei, ma dall’altro no, oppure Si, ma anche no. L’uso che oggi se ne fa diviene dunque, seppur con tono ironico ed informale, una forzatura semantica della lingua italiana “non proprio allettante”, appunto.

Si tratterebbe, dunque, di un’espressione che, sempre citando la Crusca, ha tutta l’aria di essere un «meme, termine risemantizzato nel linguaggio della rete per indicare un fenomeno o contenuto diffuso in maniera esponenziale attraverso mezzi digitali e riutilizzato da moltissimi utenti», un’spressione derivata da un uso comico in quel contesto televisivo che va dalla Gialappa’s Band, nelle serie Mai dire Banzai e Mai dire Goal, a Marcello Macchia in arte Maccio Capatonda, fino a  Maurizio Crozza nelle imitazioni dell’allora segretario del partito democratico Walter Veltroni.

Così in questo nostro non saper distinguere l’ironia dalla comicità e la battuta dalla norma, gongoliamo nell’ignoranza di chi ignora, appunto, il corretto uso della lingua, aldilà di qualsiasi regionalismo o uso gergale, in un puro e semplice manifestarsi di superficialità che prescinde da qualsiasi spiegazione e da qualsiasi buon senso.

 

 

 

 

 

 

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