Il genio di Salvador Dalì in mostra a Catania


Salvador Dalì

I suoi baffi inconfondibili, gli occhi aperti, quasi spiritati, un’espressione sorniona. Salvador Dalì aveva creato un personaggio. A un giornalista, accolto in casa, ironicamente aveva chiesto qualche attimo di pazienza, giusto il tempo per vestire i panni di Dalì. Chi si nascondeva dietro quel personaggio? La  mostra “ioDalì” aperta al pubblico fino al 10 febbraio 2019 al Museo Civico Castello Ursino di Catania, voluta dal Comune di Catania e supportata dal Ministero della Cultura spagnolo, parte proprio da questo quesito.

L’esposizione è stata organizzata in collaborazione con la Fundació Gala-Salvador Dalí rappresentata da Montse Aguer, Direttrice dei Musei Dalí. La direzione generale è di Alessandro Nicosia Presidente di C.O.R. Creare Organizzare Realizzare che l’ha realizzata e co-organizzata. L’esposizione è curata da Laura Bartolomé, Lucia Moni per la Fundació Gala-Salvador Dalí e da Francesca Villanti direttore scientifico di C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, con la consulenza scientifica di Montse Aguer e di Rosa Maria Maurell.

La mostra propone 16 dipinti, 21 opere su carta, 24 video, 86 fotografie e 29 riviste che convivono, come sottolinea l’assessora alla cultura del Comune di Catania, Barbara Mirabella, con l’ambiente antico del maniero federiciano. Classico e moderno creano un connubio che si inserisce perfettamente con la mostra appena inaugurata. Lo sottolinea Montse Aguer: “Salvador Dalì amava il Rinascimento”.

Tra le opere esposte ci sono  l’Autoritratto con il collo raffaellesco (1921) e diversi disegni per la sua autobiografia Vita segreta, pubblicata nel 1942.  Lungo le pareti si susseguono i filmati, le performance e le apparizioni sui media. Tra i filmati anche i 4 minuti girati da Andy Warhol. Tra le fotografie spiccano quelle di Philippe Halsman che hanno come soggetto i suoi celeberrimi baffi. Una sezione è dedicata alle “opere scientifiche”. Salvador Dalí era infatti attento alle novità del settore. Tanto da anticipare il 3d. Sono esposti nel capoluogo etneo i suoi capolavori della fine degli anni Sessanta e di tutti i Settanta: opere stereoscopiche che permettono di vedere la pittura in tre dimensioni. Questi dipinti saranno esposti con attrezzature per consentirne di valutarne gli effetti tridimensionali.

Salvador Dalì e il desiderio di immortalità

Dalí non solo arriva alla genialità – scrive Laura Bartoloméma assicura anche un’eccezionale immortalità al suo genio”. Lucia Moni aggiunge: “Man mano che la popolarità di Salvador Dalí aumenta, l’artista diventa consapevole di dover adottare alcuni semplici e precisi attributi che lo identifichino agli occhi del grande pubblico, qualcosa che possa resistere al tempo, che sia facilmente riconoscibile e che lo aiuti a rendere la sua immagine eterna, immortale”. Francesca Villanti conclude: “Dalí inizia a pensare a se stesso in termini di un brand da promuovere e controllare. Scopre che l’immagine mediale è sì comunicazione, ma soprattutto un processo creativo”.

Un’immortalità perseguita, desiderata, auspicata. Era il suo obiettivo, era il suo disegno, raggiunto alla fine della sua esistenza grazie al Museo a lui dedicato che avrebbe tramandato di generazione in generazione la sua genialità artistica.

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