La sessualità ambigua raccontata dalla compagnia di danza Sbam


compagnia di danza Sbam
Foto di Stefania Grigoli

C’è chi mette in scena nuove e prestigiose versioni di spettacoli conosciuti, c’è invece chi osa e ha il coraggio di fare ricerca e investire su un progetto in cui crede. È questo quello che ha fatto la coreografa di Valguarnera Melissa Zuccalà che, con grande determinazione, ha voluto dare alla sua compagnia di danza Sbam l’opportunità di cimentarsi in uno spettacolo che mettesse insieme anche opera e teatro e che scuotesse il pubblico.

Foto di Stefania Grigoli

Lo spettacolo andato in scena a Taormina, in vari momenti, non manca di stupire la platea. L’opera, 80 minuti in totale, parte da un’originale accostamento tra le due figure di Don Giovanni di Mozart e Baal di Brecht ed è, a tratti (ma di certo volutamente), difficile da interpretare. Lo spettatore si ritrova confuso, disorientato a chiedersi quanti degli elementi in scena interpretino il libertino di Mozart e quanti l’ingannatore di Brecht. Una confusione probabilmente voluta dalla stessa Zuccalà e dal regista Davide Garattini Raimondi che hanno collaborato al concept e alle stesura dell’originale copione ma che forse destabilizza chi non ha conosce l’opera del drammaturgo tedesco e ha solo sentito parlare dell’opera lirica del compositore austriaco. A dominare la scena è il movimento, veloce e suadente dei bravissimi e giovani ballerini della compagnia: 8 ragazze (Giorgia Altabella, Chiara Arena, Adriana Aprile, Benedetta Cannolo, Kenia Conti, Cristiana De Gaetano, Noemi Mulé, Asia Scuderi) che riescono a essere ammiccanti e pudiche al tempo stesso e il talentuoso e ironico Fabio Gambuzza, che nulla ha da invidiare ai danzatori professionisti. I nove sono sicuramente l’elemento forte dello spettacolo e riescono per tutta la durata dell’opera a mantenere sempre viva l’attenzione sul movimento.

Tutti bravi i professionisti in scena artisti. Artisti di talento, che si sono prestati a interpretare ruoli ambigui e a simulare scene di sesso molto esplicite che poco lasciavano all’immaginazione e che, in qualche caso, hanno creato qualche imbarazzo tra il pubblico. Sì, perché, ammettiamolo: portare il sesso in scena al teatro di Taormina non è certo cosa facile. Farlo con una produzione del tutto nuova lo è ancora di meno.

Degna di nota la performance della soprano Miriam Žiarna che non solo riesce a sovrastare qualunque suono con la sua voce potente ma si presta anche a interessanti parti recitate. Azzeccate le scelte dell’elegante Branko Tesanovic come elemento che accentra l’attenzione su di sé, in vari momenti, distogliendola da tutto il resto e del sagace e ironico baritono Salvo Grigoli che, alle sue già note doti canore associa qui un interessante lato da attore comico nell’interpretare Leporello. Degno di nota la performance del giovane baritono Francesco Cascione che interpreta un affascinante e ambiguo don Giovanni. Azzardata ma assolutamente riuscita la scelta di un attore con la fisicità di Nicola Ciulla per interpretare Baal. L’attore palermitano non si risparmia in scena e interpreta in modo perfetto – se non fosse stato per qualche minuto perso a causa di un problema tecnico al microfono – il desiderio, la voglia, la violenza e infine l’umiliazione di un essere tanto spregevole che alla fine subisce la rivalsa della e delle donne.

Sì perché, oltre la ricercatezza e la difficoltà del contenuto, oltre gli artifici artistici, le scelte registiche e coreografiche, quello che di questo spettacolo resta, alla fine, è soprattutto la rivalsa femminile, la rivincita di chi è stata umiliata e violata. E questo messaggio, da solo, vale uno spettacolo.

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