Savi’ Manna porta in scena follia e ambiguità


savi' manna
Nella foto Savi' Manna

Patrizzia La vera Storia di una Sensation Seeker di Savi’ Manna con scenografie e disegno luci di Salvo Pappalardo è un monologo teatrale che racconta  una vita reale fuori dall’ordinario comune dell’immaginazione.

Portato in scena da “Oggi vi vuggiu cuntari” la rassegna teatrale organizzata dall’Associazione culturale Gammazita e inserita nel cartellone di “Estate in citta 2016” del Comune di Catania il 12 e il 13 Luglio nel cortile interno di Castello Ursino.

Patrizzia, una donna di 50 anni che “per campare” vende pesce alla pescheria di Catania racconta a se stessa nell’oscurità della sua stanza, la propria storia, ripercorrendo i traumi del passato, gli errori e gli orrori che l’hanno portata ad essere quello che è adesso.

Lo spettacolo prodotto da Leggende Metropolitane e patrocinato dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli studi di Catania è stato creato in collaborazione con Latitudini la rete siciliana di drammaturgia contemporanea.

Patrizzia, così come l’attore Savi’ Manna, “non vuole testimoni” tutto quello che viene raccontato deve aleggiare nell’aria e non essere registrato, è una storia troppo intima.

Il regista chiede al pubblico di spegnere i cellulari e vieta la registrazione di foto e video, lo stratagemma rende la storia molto più reale e il falso teatrale riesce bene a Savi’ Manna che con notevole bravura per ben 50 minuti nel palco da solo, trasporta lo spettatore nella storia interrompendo la quarta parete solo alla fine quando atipicamente scende dal palco per ringraziare ad uno ad uno il pubblico presente.

Lo spettatore è l’unico testimone di quello che vede e sente raccontare : la storia di follia della protagonista che la porta a scegliere di diventare Patrizzia, indossare una parrucca bionda e cambiare identità, tocca il cuore.

Palco e oscurità e una sedia al centro, a Patrizzia per mostrare la sua vita non serve altro.

L’animo umano e la continua ricerca di esperienze estreme sono messe a nudo attraverso un monologo sociale, dove hinc et nunc tra attore e spettarore è una peculiarità fondamentale.

La protagonista è un personaggio ai margini della società, metafora di questa terra ai margini dell’occidente.

Un monologo che sviscera l’animo umano attraverso l’irrazionalità di una mente segnata da avvenimenti traumatici che l’hanno sporcata per sempre, così come Patrizzia si è sporcata le mani di sangue.

“Patrizzia è il difetto- scrive Manna nelle note di regia- il lato oscuro della mia città, ciò che nessuno vuole vedere o sentire, ma ciò di cui tutti siamo complici. È quella furia sciocca, volgare e indomabile che si respira e si perpetua tra le strade della mia città”.

Uno spettacolo in dialetto catanese, una scelta linguistica che non vuole essere mera rappresentazione realistica ma possibilità di espressione immediata capace di trasformare la realtà in astrazione leggendaria.

 

Articolo Precedente Nuovi reperti archeologici nell’antica polis greca di Himera
Articolo Successivo Tre siciliani in gara alla finale del Red Bull One

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *