Carlo Barbera : io moderno cantastorie della tradizione siciliana


Nella foto Carlo Barbera, cantastorie della tradizione siciliana e attore teatrale
Nella foto Carlo Barbera, cantastorie della tradizione siciliana e attore teatrale

Si definisce un moderno cantastorie che rinnova in certi aspetti la tradizione e porta avanti con successo il teatro di un tempo riadattandolo alle esigenze di oggi. Parliamo del messinese Carlo Barbera,  versatile artista che passa dal teatro, alla scrittura e al cinema  con la disinvoltura che solo gli autentici artisti possiedono innatamente, e che si racconta a Sicilia&Donna in vista dei numerosi impegni artistici che lo vedranno in scena e sul grande schermo nei prossimi giorni.

Carlo, la prima domanda che mi vien da porle spontaneamente è : perchè la scelta del teatro della tradizione popolare siciliana e da ” cantastorie”?

(sorride) Beh, ammetto che  non è stata proprio una scelta, ma un modo per iniziare. Negli anni ho spaziato tra autori vari, De Filippo, Pirandello, Gay e Shakespeare. Ma il teatro popolare siciliano mi ha dato le prime basi per partire. Ci sono opere di Martoglio, per esempio, che mi sono state congeniali e mi hanno dato modo di sperimentare la capacità di adattare il teatro d’un tempo alle esigenze di oggi. Poi ho sentito l’esigenza di un nuovo linguaggio espressivo. Inizialmente  ho sperimentato il cabaret, ma non lo trovavo adatto a me; ho provato a studiare i cantastorie ed ho subito sentito un vero e proprio feeling. Ci tengo però a dire che ho reinventato questo genere di spettacolo, anche se non sono mancati e non mancano momenti in cui rinnovo la tradizione, com’è stato a novembre scorso con “Lu gran duellu tra la morti e lu miliardariu” di Cicciu Busacca.”

Credi che  questa figura trovi ancora una sua importanza e, soprattutto, una collocazione nell’ambito della cultura artistica e del teatro siciliano contemporaneo?

“Mai come oggi l’arte del cantastorie è viva e proficua. Chi si occupa di questo genere di spettacolo oggi racconta il mondo e lo fa spesso in maniera ironica e divertente, ma mettendoci dentro tanti spunti di riflessione. Il Cantastorie di oggi direi che è una vera e propria fonte di denuncia sociale e politica. “La gente vuole ridere, ma su cose intelligenti”.

Tu come vedi e percepisci la realtà di oggi facendo teatro, con il tuo teatro?

“Una realtà durissima di indifferenza e assoluta ignoranza, nel senso che poca gente conosce il teatro e lo apprezza. Quando parlo di teatro mi riferisco ovviamente non al panorama ingolfato di gruppi dilettantistici e parrocchiali, ma a quanti vanno sul palcoscenico per comunicare e dare alla gente cultura, non soltanto risate o lacrime a buon mercato.

Per quanto riguarda gli enti pubblici e le scuole… stendiamo un velo pietoso.”

 Come sei arrivato al teatro…

“Ho cominciato la mia attività artistica all’età di 23 anni, con una chitarra regalatami da mio zio, che ancora uso e mi è servita per registrare il mio nuovo cd, che uscirà il giorno del debutto del mio prossimo teatro canzone, dal titolo Io Cantastorie, previsto il 22 marzo 2015. Appena cominciato a suonare è scattata la mia vena di compositore e ho scritto circa un centinaio di canzoni in italiano, in cui si sente chiaramente il condizionamento della cultura cantautorale, che è stata la mia formazione musicale, particolarmente  Guccini e De Andrè.

Dopo anni di gruppi e gruppetti, a 22 anni ho debuttato, come attore e cantante, in una commedia musicale a Savoca, con la “Compagnia Liberi Attori Siciliani”. Ma sono sempre stato un creativo e la cosa mi stava stretta, così, nel 1992, a 28 anni, ho fondato “La Bottega degli Attori”, con cui ho messo e metto in scena le mie opere oltre a testi di altri autori.  Nel 2007 è arrivato il primo teatro canzone, Povira genti nui, con cui ho cominciato a fare il cantastorie.”

Poi il cinema? Ci parli del tuo film?

“E’ una storia di barboni, in cui vengono fuori varie implicazioni sociali dell’attualità, quali la violenza sulle donne, il bullismo, il randagismo. Il film è girato tra Lipari e Catania, con alcune puntate sul Nizza di Sicilia e Santa Teresa di Riva. E’ stato realizzato per essere un’opera prima, senza scopi commerciali, ma con un occhio alle scuole, anche se attualmente queste ultime non ci hanno dato particolare attenzione.”

Noi invece l’attenzione la vogliamo metter tutta e saremo con lui, Ugo e Lea al cinema Lo Po sabato prossimo…

 

 

 

 

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