Carlotta Bolognini racconta 50 anni di cinema


Chi l’avrebbe mai detto che una figlia d’arte, proveniente da una delle più grandi famiglie di cineasti d’Italia apprezzati in tutto il mondo, potesse essere così semplicemente umana e vera? Carlotta Bolognini, in occasione della presentazione in anteprima internazionale del suo libro “Manolo Bolognini. Una vita nel cinema” nella sede del Centro studi laboratorio d’arte di Catania, diretto da Alfredo Lo Piero, ci ha dimostrato che si può avere a che fare con importanti registi e attori e restare sempre se stessi. Carlotta, figlia di Manolo e nipote di Mauro, è una donna sensibile e garbata, che porta avanti il lavoro della sua famiglia e lo vuol far conoscere anche ai più giovani, attraverso i ricordi del padre e le esperienze personali vissute sui set cinematografici. Fin da bambina  ha incontrato artisti di fama internazionale. È riuscita a raccogliere e scrivere episodi famigliari e personali talmente belli, che emoziona ed appassiona chi li legge. Abbiamo avuto il piacere d’intervistarla, anzi di fare una chiacchierata e le sue parole ci hanno portato indietro nel tempo e ci hanno fatto sognare facendo un salto nel cinema d’autore del passato.

Come è nata l’idea di scrivere un libro che raccontasse, attraverso i ricordi di suo padre, un cinquantennio di splendida vita del cinema italiano?

“L’idea è nata per caso. È stata un po’ una scommessa con mio papà, perché gli è stato chiesto tante volte di scrivere un libro del genere, ma lui, impaziente, ha sempre lasciato perdere.  Un giorno a tavola, mentre lui raccontava i suoi ricordi, il mio compagno ha proposto a me di scriverlo. Mio padre non pensava che facessi sul serio, ma io non l’ho mollato un giorno e alla fine sono riuscita nel mio intento”.

Di cosa parla il libro?

“Si tratta di ricordi, visti da dietro le quinte. Io, avendo vissuto sempre sul set, gli davo lo spunto per ricordare alcuni avvenimenti o alcuni personaggi o attori. Mio padre ha 89 anni, ma ha ricordato facilmente gli episodi. Ne ho raccolti tantissimi e ho dovuto scegliere i più importanti. Papà ha scoperto tanti attori, Terence Hill, Franco Nero, Claudia Cardinale e tanti altri. Il libro è strutturato in maniera semplice. È un’intervista padre-figlia”.

Com’è il rapporto con suo padre?

“Meraviglioso. Ho avuto la fortuna di avere anche uno zio che è stato per me un secondo papà.  Loro rappresentano i gentiluomini di una volta. Solo a pensare a loro mi commuovo”.

Qual è il ricordo o l’aneddoto che preferisce di più?

“Ricordo tanti attori, più erano grandi più erano semplici e umili. Roger Moore è una persona fantastica, un gran signore. Con lui siamo stati in America. Ricordo Burt Lancaster che mi faceva le serenate, però io stravedevo per Marcello Mastroianni. Conservo di lui un ricordo bellissimo: eravamo a Capri e stavamo girando il film “La pelle” alla villa di Curzio Malaparte. Un giorno mi ritrovai in una camera dove era stata allestita la produzione. Non mi ero accorta che c’era una finestrina in alto, dove si poteva anche camminare. La troupe mi stuzzicava un po’, dicendomi: “Lo vedi che Burt ti fa le serenate?” e io risposi che per me c’era solo Marcello e non mi accorsi che alla finestra c’era Mastroianni che sentiva tutto. Lui, carinamente, scese giù e mi prese per mano, invitandomi a stare con lui tutto il giorno. Volle delle foto che scattammo insieme e che ancora oggi conservo. È un ricordo di Marcello straordinario. Lui era splendido. Una persona semplice e gentile”.

Perché ha scelto di presentare il libro a Catania?

“I miei, sia papà che zio, hanno sempre amato Catania. L’hanno sempre ricordata con affetto. Zio tornava molto volentieri, qui, fino agli anni novanta, quando lavorò alla “Norma”. C’è un legame famigliare. In più, ho avuto l’occasione di conoscere Alfredo Lo Piero col quale è nata un’amicizia che mi ha dato l’occasione di venire qui a Catania. Mi trovo molto bene e ho deciso che qualsiasi progetto al quale lavorerò lo farò cominciare da qua”.

Che cosa la affascina di più della Sicilia?

“Sicuramente le persone, che sono tutte molto ospitali e accoglienti. Riguardo ai luoghi di questa terra, mi rammarico di aver visto poco, perché ogni volta che vengo qui sono sempre impegnata nel lavoro e mi resta pochissimo tempo per visitare le bellezze che ci sono.  La prossima volta spero di avere più tempo per vedere almeno Taormina”.

Ci sono progetti futuri ai quali sta lavorando?

“Sì. Ho pensato di lavorare ad un docu-film che coinvolge altri figli d’arte, quali Giuliana e Gemma Vera, Alessandro Rossellini, Margherita Spoletini, Enzo Girolami e altri ancora. In più, avendo trovato tanti oggetti da lavoro cinematografici e documenti storici, ho pensato di allestire un museo permanente del cinema a Roma”.

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