Gaspare Valenti racconta come eravamo


gaspare valenti
Nella foto Gaspare Valenti

Affermato medico ortodontista a Pordenone, sorriso avvolgente, energica stretta di mano, il Dottor Gaspare Valenti,  mi accoglie nell’aula consiliare del comune di Lentini. È qui “in trasferta” per la presentazione di “Santamaravicchioti si nasci”- Ed. A.C. Il Libro Nuovi Orizzonti per Le Culture Mediterranee, 2017. In queste pagine appassionanti ripercorre i suoi primi 30 anni di vita lentinese sullo sfondo storico, sociale e culturale degli anni ’50, ’60 e ‘70. Una lettura socio-antropologica di un’epoca vicina ma irrimediabilmente perduta. Il relatore, Dott. Nello Neri, rileva che la prosa scorrevole e agile di Gaspare Valenti disegna un caleidoscopio di cronache familiari, feste e tradizioni popolari, personaggi, vicende, aneddoti, trascorrendo dalla commozione al sorriso, dalla seria riflessione a scene persino comiche. Insomma, un libro che si legge tutto d’un fiato e che ha anche il pregio di raccontare la metamorfosi topografica di Lentini in quegli anni, col conseguente svuotamento dei quartieri storici.

L’intervista a Gaspare Valenti

Dottor Valenti, quali motivazioni l’hanno portata a scrivere questo secondo libro di memorie, dopo “Lentini 1 Dakota”?

Vede, vivo a Pordenone dal 1980 ed amo quella città che mi ha accolto benissimo. Tuttavia la nostalgia dell’”emigrato” mi lega alle atmosfere ed emozioni vissute a Lentini, dove sono le mie radici. La nostalgia si trasfigura in malinconia, consapevoli che quel tempo non potrà ritornare. Ma se ricordarlo è vana illusione, riviverlo è come vivere due volte. Ho scritto anche per fissare per sempre il nostro vissuto.

Quanto del suo percorso nell’Azione Cattolica e nello scoutismo l’ha influenzata nella decisione di scrivere queste pagine?

Tantissimo! Il “sia santificato il tuo nome” del Padre Nostro in aramaico significa “rendi contaminante di vita il tuo essere presente tra gli uomini e nella storia”. E il motto latino degli scout, “Estote parati” (siate pronti), suggerisce la via per essere pronti ed attivi. Perciò il libro l’ho percepito come un dovere, verso di me e verso coloro che me lo chiedevano. È un omaggio ai tanti amici e affetti che ho lasciato quaggiù…ma anche un dono a me stesso e ai miei cari.

Mi parli del significato del titolo, “Santamaravicchioti si nasci”.

Sono nato nel quartiere antico di Santa Maria Vecchia e lì inizia la mia storia, che dopo si espande su tutta Lentini; ho voluto sottolineare il senso di appartenenza dei ragazzi di quartiere, ma narro un passato comune a tutti. Sotto questo aspetto il libro è universale: anche i pordenonesi si sono riconosciuti nel magico passato che ci accomuna. Quindi non è solo “il libro dei santamaravicchioti”, o dei lentinesi, ma credo che lo sia un po’ di tutti.

Il Dottor Nello Neri afferma che questo libro richiama alla memoria “Istanbul”, il saggio del premio nobel turco Orhan Pamuk. Questa illustre citazione la lusinga?

Mi fa arrossire! (si copre gli occhi con la mano e respira profondamente). Innanzitutto non mi considero uno scrittore, forse un “narratore”, o un medico prestato alla letteratura. Essere accostato ad un premio Nobel, non lo nego, mi lusinga: è un onore, ma ancora di più un onere; ora non posso più sbagliare, sono sotto tiro.

In sala erano ad applaudirla tanti del gruppo Facebook Sei di Lentini se…l’Originale, assieme al loro presidente e animatore Roberto Amore: segno che fb non è proprio quel demonio che qualcuno dice?

Il mezzo non è né buono né cattivo, conta l’uso che se ne fa. Roberto Amore sa essere un buon direttore d’orchestra, smussa gli angoli, pone regole, sceglie buoni argomenti di conversazione, sa stimolare la nostalgia nei membri del gruppo che viviamo lontano. Spesso si intraprendono argomenti di filologia siciliana: possiamo dire che nel gruppo si fa anche cultura e così le amicizie da virtuali si trasfigurano in reali. Non le nego che abbracciare persone che conoscevo solo di nome è stato emozionante.

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