Mango e il nuovo cd: “Ho svestito le canzoni per rivestirle con un nuovo abito”


Arriva puntuale Mango, alla Feltrinelli di Catania per presentare il suo ultimo album, L’amore è invisibile.

Ad aspettarlo una sala gremita di fan  preparatissimi e attenti. Lui sorride e saluta tutti, si siede sul suo sgabello e inizia l’incontro con il suo pubblico. È intervistato dal giornalista Luca Cliberti. Riportiamo di seguito alcune domande fatte durante la presentazione nel capoluogo etneo.

Perché l’amore è invisibile?

“Perché non si può vedere né toccare. È un percorso di ricerca, amore verso le persone amate, ma anche verso le cose, l’amore è appartenenza”.

Come nasce questo album?

“Partiamo da un concetto che vorrei fosse ben chiaro: non è un album di cover. Non ne ho mai fatte, le ritengo copie di altre canzoni. Abbiamo invece fatto un’operazione ben diversa: abbiamo svestito le canzoni e le abbiamo vestite di un abito nuovo. Abbiamo cercato il cuore delle canzoni esistenti”.

Ci sono anche tre inediti?

“Sì , sono il risultato di una selezione accurata. Abbiamo ascoltato e riarrangiato 50 canzoni edite e 15 inedite, da questa selezione è nato l’album che contiene undici brani editi e 3 inediti”.

Come è avvenuta la scelta delle canzoni?

“Ognuna ha una storia a sé. Sentii, per esempio, Scrivimi di Nino Buonocore (la prima tra le quattro cantate alla Feltrinelli dal vivo, accompagnato dal chitarrista Carlo Debei) una mattina mentre mi facevo la barba e pensai che era un brano su cui potevo lavorare. Invece Amore che vieni amore che vai di Fabrizio De Andrè è legata ad uno strano aneddoto. Sognai De Andrè che mi diceva Pino che ne pensi di Amore che vieni amore che vai? Mi svegliai subito dopo”.

 

Hai citato diverse volte i tuoi figli, anche loro hanno partecipato alla realizzazione di questo tuo cd.

“Sì, Angelina e Filippo (i figli avuti da Laura Valente ex voce dei Matia Bazar) vivono di musica, Angelina ha cantato con me in Get back, Filippo, era alla batteria”.

Che consiglio dai ai tuoi figli? Hai mai tentato di indirizzarli?

“No, i figli devono scegliere la  strada dell’emozione. Loro scrivono canzoni, arrangiano pezzi e ci consultano solo  a lavoro finito”.

 

“Il mondo della musica non è in crisi, è cambiata la fruizione del prodotto musicale. I miei figli per esempio non hanno mai comprato un cd ma conoscono tutta la musica italiana e straniera”. Poi serafico aggiunge: “E’ anche vero che un tempo vendevo 600.000 copie, oggi non più”.

 

 

Articolo Precedente Elisa Franco sul set di un film fantasy in Sicilia
Articolo Successivo Il Festival del viaggio: un ponte tra Firenze e Palermo

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *