MazzarelliArtFestival. Antonio Carnemolla: “Da Alberto Sironi grande incoraggiamento”


Antonio Carnemolla

Il Festival Internazionale del Cinema sul Mediterraneo, con la tre giorni dedicata al Mare di Mezzo – luogo di riflessione e memoria, da raccontare non solo con il cinema, ma anche con la poesia, la musica e l’arte di strada –  ha chiuso i battenti della terza edizione registrando un grande successo di pubblico.

Al cospetto della cinquecentesca Torre Cabrera, si sono vissuti momenti di emozione e di intensa riflessione con “L’ora di Spampinato”, il documentario di Vincenzo Cascone e Danilo Schininà sulla storia del ragusano Giovanni Spampinato, corrispondente de L’Ora di Palermo e de l’Unità, ucciso a Ragusa nel 1972, e con la proiezione del film “Malavoglia” di Pasquale Scimeca, alla presenza dell’attore protagonista Antonio Ciurca.

Nel corso della serata conclusiva, condotta dal critico cinematografico Renato Scatà e dalla giornalista Valentina Frasca, è stato assegnato il premio “Carmelo di Mazzarelli”, per il miglior cortometraggio, ad “Arcipelaghi”, di Gabriele Sossella e Martin Errichello. Il premio della Giuria – composta dall’attore Mauro Spitaleri, da Pasquale Spadola, Presidente della Film Commission Ragusa, e dal regista Francesco Russo – è andato a “Thriller” di Giuseppe Marco Albano.

Per la sezione poesia, il primo premio è andato a “I giorni di Napoli” di Giuseppina Fazio, il secondo a “Qui non cade mai la neve” di Letizia Di Martino e il terzo a “Corso Gaetano D’Agata, 58” di Nicoletta Fazio. Hanno ricevuto una menzione speciale le liriche “Dall’Africa alla Sicilia” di Donatella Bognanni, “Marea” di Marianna Della Penna e “Sposa” di Candida Mezzasalma.

Adesso per Antonio Carnemolla, ideatore e direttore artistico del MazzarelliArtFestival, a cui Alberto Sironi, il regista de “Il Commissario Montalbano” ha pubblicamente rivolto l’augurio a portare avanti il progetto, è tempo di guardare già alla prossima edizione.

 Partiamo dalla denominazione di questo evento. Perché l’avete chiamato MazzarelliArtFestival?

Questo è l’antico nome di Marina di Ragusa. Fino al 1928 era un piccolo bordo marinaro che si chiamava Mazzarelli, dall’arabo Marsa A’ Rillah, che significa piccolo approdo. Abbiamo scelto il nome originario per dare all’evento una forte connessione con la storia di questo luogo antico, di cui la Torre Cabrera, sotto la quale si svolge il Festival, costituisce ormai l’ultima testimonianza.

 Il Festival è nato tre anni fa. Qual è stata la scintilla che ha fatto nascere il progetto?

La necessità di raccontare la terra d’origine, le proprie radici, nel rispetto della memoria di coloro che ci hanno preceduti, rispetto che si esprime anzitutto preservando dall’oblio il ricordo delle loro vite e dei luoghi in cui queste sono state vissute. C’era anche l’esigenza di far conoscere ai visitatori la storia di questo posto. Lo strumento è il cinema, che racconta il mondo. Ora, io, per questo Festival, sogno che dalla storia di Mazzarelli si possa sempre di più partire per raccontare il Mediterraneo, il Mare di Mezzo, come luogo d’approdo e ponte verso l’Europa.

 Vogliamo fare un bilancio delle edizione passate?

I primi due anni mi sono serviti per sperimentare. Nella prima edizione, che era molto povera, ho inserito dei cortometraggi di Vittorio De Seta, una mostra fotografica su Marina di Ragusa e un po’ di giocoleria. Ho cominciato a scavare la terra poco a poco, per poi poter seminare. La seconda edizione è stata maggiormente dedicata al cinema. Questa edizione, la terza, ha visto ulteriori miglioramenti. Possiamo dire che i motori dell’aereo si sono accesi, anche se, secondo la mia visione di ciò che il Festival deve diventare, il decollo non è ancora avvenuto.

 Per la terza edizione, che si è appena conclusa, ci sono state novità importanti anche riguardo alla struttura del Festival, con l’introduzione di un concorso di poesie.

Ad aprire la terza edizione è stato Alberto Sironi, il regista della fortunata serie televisiva “Il Commissario Montalbano”. Da lui ho ricevuto un grande incoraggiamento a continuare su questa strada per far crescere il Festival. Quest’anno, la novità è stata rappresentata dal concorso di poesie “Mediterranea”, fortemente voluto e curato da mia sorella, Dolores. Sono arrivati componimenti da tutta Italia, che sono poi stati giudicati in forma anonima dalla giuria, composta dal professor Giuseppe Traina, dalla giornalista Emanuela Burrafato e dal responabile della Caritas di Ragusa, Vincenzo La Monica. Dopo la prima selezione, i giurati hanno avuto la grande sorpresa di scoprire che tutte le poesie pervenute erano state scritte da donne.

 Cosa sogni per il futuro del MazzarelliArtFestival?

Vorrei che le future edizioni arrivassero ad una durata di almeno sette giorni, in modo da proiettare almeno sei pellicole in concorso. Mi piacerebbe dedicare la seconda serata alla proiezione di retrospettive. Il tutto poi sarà arricchito da concerti, spettacoli e workshop. Insomma, sette giorni di meraviglie. Questo è quello che sogno per il MazzarelliArtFestival.

 Antonio, tu vivi e lavori a Padova, ma hai voluto far nascere questo progetto qui. Perché hai deciso di investire nella tua terra d’origine, nonostante le difficoltà e gli ostacoli?

La Sicilia è piena di meraviglie, ma anche di contraddizioni che, a volte, possono scoraggiare. Tuttavia, bisogna lottare per cambiare le cose, senza demordere. In genere è l’ultima chiave del mazzo ad aprire la porta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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