Natale Giunta: Valorizziamo cultura e cibo siciliani solo al 5% del loro potenziale


Lo chef Natale Giunta
Lo chef Natale Giunta

Il pubblico delle grandi occasioni ha scelto di cenare con lo chef  Natale Giunta.  A Catania per due giorni full immersion il cuoco conosciuto dal grande pubblico per La Prova del Cuoco di Rai Uno ha insegnato i “trucchi del mestiere” nelle sue lezioni di alta cucina.“Con la cucina è più che un rapporto d’amore – spiega Natale Giunta – Tutto è nato da ragazzino a casa di mia zia. Ancora oggi lo trovo più un divertimento che un mestiere. Una palestra che mi permette di staccare la spina quando mi ci butto dentro”.

L’intervista allo chef Natale Giunta

Come si spiega il successo che la cucina sta riscuotendo in televisione?

Natale Giunta e Antonella Clerici
Natale Giunta e Antonella Clerici

“Perché il resto non esiste. Altrimenti ci sono solo problemi e guai. La cucina di oggi non è certo quella di vent’anni fa. Quando ho iniziato il cuoco stava in cucina e non in televisione. Oggi vedi il medico che vuole cambiare mestiere, l’ingegnere che vuole cambiare mestiere e tutti sono indirizzati verso la cucina. Questo ti fa capire che la cucina ti può dare emozioni e hai un rapporto completamente diverso con il cliente. Questo è l’unico mestiere al mondo che facciamo sempre festa. Vai al ristorante perché è festa. La tavola ti porta cose importanti”.

 La cucina è anche sacrifici, lo consiglia ai giovani?

“Non è sacrificio, è vita. Prendi la tua vita è la dai alla cucina. È più di un sacrificio. Lo consiglio per chi lo vuole fare come lo faccio io. Chi ama questo lavoro non deve mai guardare l’orologio. Io dedico la mia vita a fare questo. Come il parroco che per la vita fa questo mestiere. Lui la domenica fa la messa e noi facciamo il pranzo e la cena.  Ci interfacciamo. Se lo fai con amore è un gran bel divertimento. Questo mestiere ti permette di girare, di conoscere persone. Ogni posto che vai è un’emozione nuova. Questo ti permette di darti la carica quotidiana”.

Natale Giunta
Natale Giunta

 Lei è stato protagonista ad Expo, si può definire un successo per l’Italia?

“Ho fatto sei mesi di collaborazione piena. Un grande scenario dove l’Italia è stata protagonista. Peccato che ci siano state le critiche prima, durante e dopo. Invece l’Italia se ne dovrebbe vantare perché il mondo ci invidia i prodotti italiani. Noi non abbiamo bisogno dell’industria che produce le macchine in Sicilia, noi qui dovremmo vendere solo territorio, cultura, storia, cucina, arte il resto non ci serve. Dico sempre che vorrei vivere in una zona industriale dove si respira l’odore per i nostri prodotti e non per le saldature o per il ferro.  Le macchine le possono fare altrove, noi possiamo vendere turismo, cultura, cibo, storia, clima e purtroppo lo valorizziamo solo al 5%”.

Un piatto realizzato dallo chef Natale Giunta
Un piatto realizzato dallo chef Natale Giunta

 Ha avuto il coraggio di denunciare chi le chiedeva il pizzo permettendo 4 arresti. Oggi si vede costretto a vivere sotto scorta. Natale Giunta è sinonimo di legalità e di coraggio. Dove ha trovato questa forza per denunciare?

“Quando tu cresci con una cultura sana, da una famiglia sana e da un pensiero di vita sano credo sia normale. Se oggi sono un imprenditore è solo merito mio perché me lo sono guadagnato. Nessuno mi ha aiutato, tutto quello che ho fatto è stato grazie al mio sudore. Quando mi si è presentato il problema ci ho pensato meno di 24 ore. Nella vita quello che volevo e che voglio non è quello. Voglio parlare con lei e con chiunque altro sempre a testa alta. Le paure ci sono, anche perché lo Stato ti aiuta minimamente. Solo chiacchiere. Io voglio fare il mio lavoro. Dopo che ho denunciato mi hanno proposto di tutto, di entrare in politica, il posto qui, il posto lì. Io faccio il cuoco nella vita, voglio fare questo. Il resto non mi interessa”.

 Chiudiamo con un sorriso, lei palermitano, oggi qui a Catania. Ma alla fine arancini o arancine?

“Voi catanesi storpiate le parole. È inutile questo conflitto perché dobbiamo lasciare questi due termini. Maschile e femminile. La gente deve sapere che quando va a Palermo trova la femmina, quando va a Catania trova il maschio. Queste due grandi città potrebbero dare tanto alla nostra Sicilia. Oggi, venendo a Catania, ho visto che almeno la strada è ritornata ad essere mezza sistemata”.

 

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