Mattia Noberasco: “Usiamo materie prime siciliane su richiesta”


Mattia Noberasco (foto di Brunella Bonaccorsi)
Mattia Noberasco (foto di Brunella Bonaccorsi)

Per fare impresa bisogna innovare, avere coraggio e pazienza. È la ricetta di Mattia Noberasco che ha incontrato a Catania circa trecento imprenditori in occasione della Conversazione imprenditoriale organizzata da Compagnia delle Opere Sicilia Orientale e moderata dal presidente Salvatore Abate.

Mattia Noberasco: “Ecco come si fa impresa”

Mattia Noberasco a soli 38 anni è già Direttore Generale Noberasco S.p.A. È entrato in azienda a piccoli passi, partendo dal basso, non perché figlio di un imprenditore di successo. È stato messo alla prova, controllato da dirigenti che stilavano resoconti dettagliati sul suo operato ogni settimana (a sua insaputa). E intanto gli zii valutavano il suo ingresso in azienda.
In base alla sua esperienza diretta, agli imprenditori siciliani consiglia: “Un senior deve saper valutare le capacità dei figli o dei nipoti – sottolinea – Se non c’è l’abilità e il desiderio di lavorare in azienda, meglio non pressare”.

Mattia Noberasco e Salvatore Abate (foto di Brunella Bonaccorsi)
Mattia Noberasco e Salvatore Abate (foto di Brunella Bonaccorsi)

L’azienda Noberasco, chiede il presidente di CdO, Salvatore Abate, utilizza materie prima siciliane? L’imprenditore ligure sorride poi aggiunge: “Ci sono aziende che ci chiedono esplicitamente il prodotto siciliano. Lidl, per esempio, vuole rigorosamente la mandorla siciliana. Bisogna però tener presente che spesso i vostri prodotti costano tre volte tanto, come per esempio il pistacchio. Quindi è giusto far comprendere al consumatore l’importanza della qualità della materia prima che, in base alla sua provenienza, può anche essere più costosa e quindi il loro mercato diventa di nicchia”.
La sua azienda, cresciuta negli ultimi anni a doppia cifra (+12%) con un fatturato di 91 milioni di euro, punta all’export dove è presente nel canale della grande distribuzione organizzata, in catene distributive che utilizzano il prodotto per la marca privata. In Italia lavora con il proprio brand e sta anche intraprendendo collaborazioni professionali nell’ambito del mondo sportivo. “Il nutrizionista della Juventus è convinto che l’utilizzo di frutta secca prima e dopo la partita riduca del 50% il rischio di infortuni” racconta Mattia Noberasco.

Internazionalizzazione e passaggio generazionale

Ma una fetta importante del mercato guarda oltralpe. Internazionalizzare conviene? “Assolutamente sì – sostiene l’imprenditore – ma bisogna inserirsi nei giusti canali. Siamo entrati in molti Paesi del nord Europa perché lì il consumo pro capite di frutta secca è molto più alto rispetto a quello italiano e c’è una maggiore attenzione verso il prodotto biologico di qualità”. La svolta di Noberasco è la pastorizzazione della frutta morbida, il commercio di referenze senza conservanti gli ha aperto le porte dell’estero.
E sul passaggio generazionale, invece, spiega: “Noi lo abbiamo vissuto senza traumi ma se devo dare un consiglio a junior e senior non posso che dire che i primi devono avere umiltà, responsabilità, capacità decisionale ma devono poter anche sbagliare e

Mattia Noberasco e Cristina Scuderi (foto di Brunella Bonaccorsi)
Mattia Noberasco e Cristina Scuderi (foto di Brunella Bonaccorsi)

imparare dagli errori fatti. I senior devono avere pazienza, fiducia nei giovani e dare loro la libertà di sbagliare valutando anche la possibilità di un confronto sano e costruttivo”.
Soddisfatti il presidente Salvatore Abate e il direttore di Cdo Sicilia Orientale, Cristina Scuderi, che conclude: “Crediamo molto nel valore del confronto e riteniamo che una conversazione di questo tipo ci abbia lasciato molti spunti interessanti”.

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