Il Catania conferma la tradizione. Il derby è sempre più rossazzurro


Due a zero e anche questo derby finisce in archivio. Ma della sfida tra Catania e Palermo resteranno  sensazioni vive, emozioni forti, ricordi indelebili. Era da tempo, molto tempo, che non si assisteva ad una vera e propria ovazione per tre atleti che vengono sostituiti.

 

E’ successo ieri per Lopez, tornato ai suoi livelli, per Barrientos, che ha dimostrato ancora una volta tecnica sopraffina e grandissimo carattere, Almiron, che ha disputato la sua migliore prestazione da quando è a Catania. Ma è stato nel complesso l’undici di Montella praticamente perfetto, inutile elencare tutti gli eroi di ieri, da Andujar a Bergessio. E’ stata la vittoria del collettivo che si è adattato ad un nuovo schema (4-3-2-1) che sicuramente ha complicato la vita al mister rosanero, già con tanti problemi per le assenze importanti e per un Miccoli che al Massimino recita sempre, chissà perché, il ruolo di comparsa.

E’ stato il derby dell’ “operazione sorpasso”, forse un inedito assoluto in questi  ultimi anni: il Catania che supera il Palermo e si piazza in una posizione di classifica medio-alta. E facendo aumentare il rammarico per quei troppi punti regalati in casa, a Chievo e Cagliari, innanzitutto.

E’ stato il derby di un ritrovato entusiasmo sugli spalti, più caloroso che mai, anche se non c’era il tutto esaurito, come ormai accade in tutti gli stadi italiani, indipendentemente dall’importanza della partita. Peccato.

E poi sarà una domenica da ricordare non solo per lo splendido gol di Lodi, ma anche per le lacrime di Maxi Lopez, che ha salutato ed è stato salutato come se questa fosse l’ultima partita al Massimino. Potrebbe essere anche così, ma il presidente Nino Pulvirenti sa che se prima non si firma non c’è stretta di mano che tenga. E’ il calcio moderno, ragazzi.

Adesso subito sotto, il Catania va a Parma: serve un’altra prova di coraggio e qualità in trasferta dopo Lecce e Bergamo. Questa squadra ce la può fare.

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