Tre giorni senza frontiere: divertimento, preghiera e integrazione


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Catania si prepara ad entrare nel vivo della terza edizione di “Tre giorni senza frontiere”, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con i Giovani per la Pace. Dal 9 all’11 agosto centinaia di giovani, provenienti da tutta Italia, trascorreranno dei momenti all’insegna di gioco, integrazione e preghiera insieme a tanti migranti che risiedono nei centri di accoglienza e che hanno deciso di mettersi a disposizione dei più poveri del territorio. Italiani e africani, cristiani e musulmani, sfideranno i pregiudizi, dimostrando che accogliere e stare insieme è divertente e costruttivo, oltre che possibile. Saranno tre giorni incredibili che serviranno ad abbattere quelle frontiere fisiche e mentali che spesso ostacolano l’amicizia e il sogno di un futuro migliore, in cui c’è spazio per IMG_6468l’accoglienza e lo scambio. Particolarmente intenso sarà il 10 agosto, giorno in cui verranno commemorate le vittime del tragico sbarco avvenuto il 10 agosto 2013 sulla costa catanese. Proprio da questo drammatico evento, che è costato la vita a sei giovani egiziani, è scaturita una particolare attenzione della Comunità di Sant’Egidio verso i migranti e le loro storie.

“Dopo il pranzo di Natale del 2013, organizzato come di consueto dalla Comunità – racconta Sebastian Intelisano, che si occupa della Scuola della Pace – si è creata una bella amicizia con i nostri fratelli africani. E dato che non potevano permettersi una vacanza, abbiamo deciso di proporre una manifestazione estiva per fare sentire il calore e l’accoglienza di Catania ai ragazzi, in particolare a coloro che si impegnano per costruire una società migliore. Per esempio, sono circa 200 i giovani del Cara di Mineo che si organizzano con i siciliani della Comunità per prestare assistenza ai più poveri. Si tratta di giovani motivati e volenterosi, che, nonostante abbiano alle spalle viaggi disumani in mare ed esperienze traumatiche, mettono a disposizione tempo ed energie per stare accanto agli ultimi, ovvero senzatetto, bambini e anziani. Quello che IMG_6488nell’agosto del 2014 sembrava essere un esperimento, oggi è divenuto una realtà consolidata che ha portato tanti frutti meravigliosi. Quest’anno, aspettiamo circa mille persone che provengono da diverse città italiane tra cui Napoli, Verona, Padova, Messina e Trieste. Si tratta di giovani che hanno deciso consapevolmente di venire a lezione di integrazione dove il maestro non è né chi serve né chi è servito, ma è quell’abbraccio, in cui queste due figure si confondono, di cui tanto parla Papa Francesco.

Tra le attività in programma per la più grande “Tre giorni senza frontiere” del Mediterraneo ci sono giochi di squadra in spiaggia, in acqua e una coinvolgente caccia al tesoro per la città. Ma la grande manifestazione che si svolgerà in una Catania variopinta e festosa non rappresenta soltanto un’ occasione di divertimento e svago. Indubbiamente le parole chiave della  Tre giorni sono integrazione e dialogo tra diverse culture e religioni. “Un mondo che ci sembrava lontanissimo – spiega Sebastian – ovvero quello da cui provengono i giovani migranti, ormai è diventato nostro. Noi della Comunità di Sant’Egidio abbiamo deciso di amare il Mediterraneo proprio in questo tempo complicato. Abbiamo fatto amicizia con l’Islam, sfidando chi nega l’esistenza di una possibilità di un confronto con questa religione e propone lo scontro come unica soluzione. Tre giorni senza frontiere, tra l’altro, è in collaborazione con la Comunità Islamica di Sicilia. Questo è sintomatico della grande apertura e accoglienza che Catania offre ai musulmani. Favorire l’integrazione non significa perdersi in discorsi retorici senza iniziare mai; si parte dai gesti concreti, come il gioco, il divertimento, lo stare insieme. Anche a livello sociale, l’integrazione è la scelta migliore. L’integrazione e l’accoglienza, oltre ad essere dei doveri morali per chi si definisce cristiano, rappresentano un investimento positivo per il futuro. Se chi arriva oggi nel nostro Paese, riesce a sentirsi parte integrante della società, in futuro si assisterà ad una riduzione del fenomeno della radicalizzazione dell’Islam, che mette in atto forme di violenza che non hanno niente a che vedere con la religione musulmana.”

tre-giorni-senza-frontiereIn occasione della giornata conclusiva di questo straordinario raduno di giovani, i partecipanti vivranno un momento molto toccante: la preghiera “Morire di speranza”, dedicata alle vittime del Mediterraneo. Durante il pomeriggio, verrà letta la lunga lista di nomi di coloro che hanno perso la vita in mare nella speranza di un’esistenza migliore. Saranno ricordati anche quei migranti i cui corpi non sono stati ritrovati, ma che restano impressi nel cuore dei compagni di viaggio che sono riusciti a raggiungere le coste italiane.”

“Infine – conclude Sebastian – questi giovani migranti, che dovremmo abituarci a definire giovani europei, ci interrogano e ci inducono alla riflessione, in quanto si tratta di ragazzi portatori di speranza e desiderosi di pace in un’Europa che negli ultimi tempi appare sempre più disgregata.”

Per iscriversi a #3GiorniSenzaFrontiere e ricevere il calendario con le attività in programma, consultare il sito http://www.santegidio.sicilia.it/2016/06/3-giorni-senza-frontiere-iscriviti-on-line/. Si consiglia di affrettarsi con le iscrizioni per garantire una migliore organizzazione dei vari giochi.

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