Disegno di legge del diritto di famiglia: cosa cambierà per chi divorzia


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Il disegno di legge che porta la firma del senatore leghista Simone Pillon, in materia di affidamento condiviso dei figli minori, non è ancora legge ma sta già suscitando clamori mediatici ed accese polemiche.

Le principali modifiche sono rappresentate dall’abolizione dell’assegno di mantenimento a favore del genitore meno capace economicamente, dall’introduzione della mediazione familiare se nella contesa sono coinvolti minori, e dal diritto dei figli di trascorre tempi “paritetici” con ciascuno dei genitori.

Dunque il disegno di legge nr. 735 pone tre  obiettivi principali:

– mantenimento diretto dei figli da parte di entrambi i genitori,

– istituzione dell’albo professionale dei mediatori familiari quali figure professionali con il compito di valutare i rispettivi piani genitoriali,

– colmare la disparità dei ruoli a favore di una “ bigenitorialità perfetta”.

Una proposta opinabile per molti quella di Pillon, se consideriamo che sono trascorsi appena 43 anni dalla riforma n. 151 con la quale il legislatore, affondando le radici sul principio costituzionale delluguaglianza giuridica dei coniugimetteva in atto una vera e propria modifica della disciplina relativa ai rapporti familiari.

Già allora, era il 1975, si era attuato un vero e proprio cambiamento nella struttura interna della famiglia, riconoscendo alla donna una condizione di parità rispetto all’uomo e rafforzando la tutela giuridica dei figli illegittimi.

Ancora più radicale l’innovazione del disegno di legge Pillon, che nel nobile scopo di contrastare il fenomeno dell’alienazione genitoriale, sembrerebbe porre al primo posto non solo  l’interesse dei genitori ma soprattutto il bene del minore.

Parola d’ordine dovrebbe diventare quella della “perfetta bigenitorialità”, per attuare un piano familiare che non lasci ombre sull’educazione dei figli, quale primario compito di entrambi i genitori, affinché i bambini non siano più costretti a scegliere tra mamma e papà.

Si vuole restituire a padre e madre il diritto di decidere sul futuro dei loro figli, riassegnando centralità alla famiglia, combattendo tanto la veemenza quanto le strumentali e false accuse di violenza usate come minaccia per ottenere l’esclusivo affidamento del figlio.

Un cambiamento che sta già scuotendo gli animi di molti, creando fazioni di pensiero contrapposte: chi ne è a favore, chi, invece, vede minati i diritti delle donne e dei minori sin ora conquistati.

Molte le associazioni delle donne ed i centri antiviolenza che scenderanno in piazza il prossimo 10 novembre, in segno di protesta.

Ma a quando la nuova rivoluzione del “Diritto di famiglia”?

Al momento il Parlamento prende tempo: le audizioni in commissione giustizia del Senato, cui è stato affidato il disegno di legge, dovrebbero cominciare agli inizi di ottobre.

Dunque dobbiamo aspettare e nel frattempo potremmo riflettere perché in gioco c’è il bene più prezioso della nostra vita: i nostri figli!

 

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2 Commenti

  1. Silvio Pammelati
    25 settembre 2018
    Rispondi

    Avvenire del 22/09/18 pag. 2

    FREQUENTAZIONE DEI PARENTI DA PARTE DEI MINORI

    Gentile direttore, la frequentazione dei parenti da parte dei minori è contrassegnata con “rapporti significativi” nel nuovo testo Pillon dell’affidamento condiviso così come nel precedente. Non condivisibile. Si rischia che la frequentazione dei parenti sia realizzata mentre uno dei due genitori è libero e disponibile a seguire i figli. Per una giusta frequentazione dei figli basterebbe segnalare che un genitore può stare con i figli non meno di 12 giorni al mese e non più di 18 giorni al mese, in maniera diametralmente opposto all’altro. Il tutto in linea con le disponibilità di tempo dei due genitori. Silvio Pammelati Roma

    Tiziana Franchi, commenta all’Adnkronos il ddl 735

    I figli di donne che lavorano passano la maggior parte del tempo a casa dei nonni. Non sarebbe meglio se fosse a casa del padre?”.

  2. Isabella Giuffrida
    29 settembre 2018
    Rispondi

    È certo che non ogni situazione è uguale all’altra, così come è innegabile che i nonni rappresentano una risorsa fondamentale per i bambini, soprattutto quando non si sostituisco alle figure genitoriali, ma collaborano allo sviluppo psico – fisico dei nipoti; ma ritengo che sia sempre preferibile privilegiare la centralità dei genitori nello sviluppo di ogni bambino e ciò a vantaggio dell’integrità e dell’ armonia dei rapporti.

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