Kristina Pimenova, top model a 9 anni. Incalza la polemica


Kristina Pimenova, top model a soli nove anni calca le passerelle degli stilisti più famosi con la genuina spensieratezza tipica della sua età. Sarà questo il motivo per cui buca l’obiettivo?

Sicuramente a contrasto: un set perfettamente costruito, bei vestiti, luci accattivanti, ore di trucco e parrucco, una bambina naturalmente bella e imperfetta. Non si parla di un’imperfezione esteriore ma di quella apprezzata perché fluita da una età ancora immatura. Osservando i backstage, le sfilate, i servizi fotografici la piccola Kristina Pimenova appare sempre sorridente e vivace, determinata, a volte si ha l’impressione che si stia sperimentando in nuove situazioni, nuovi panni, in una nuova “avventura”

“La bambina più bella del mondo”, così è attualmente definita, il cui tratto distintivo, unico, è racchiuso nello sguardo, uno sguardo da adulta incorniciato da un angelico viso.

Ha iniziato la sua promettente carriera a soli tre anni quando, racconta la mamma incoraggiata dai numerosi complimenti ricevuti dalla piccola Kristina, decide di inviarne un book fotografico presso una seria agenzia di modelle per bambine. Il successo è quasi immediato e stilisti quali Burberry, Prada, Armani, Dolce &Gabbana, Scervino et all, la scelgono come modella per le loro kids collection e Vogue Bambini la pone in copertina a soli sette anni.

Ma la notizia di un così prematuro successo infuria la polemica. Genitori che sfruttano per motivi economici la figlia, fanciullezza rubata, equilibrio psicologico potenzialmente in pericolo, scatti troppo sexy per una bambina. Valide rimostranze o, come ha scritto un commentatore dell’intervista pubblicata in esclusiva su MailOnline alla madre Glikeriya, bisognerebbe evitare di etichettare una bambina, lasciarla esser tale con ciò che la rende felice. L’attenzione mediatica dovrebbe interessarsi dei milioni di bambini abusati, trascurati nel mondo e fare un’inchiesta giornalistica in tal verso”.

Ad oggi la polemica incalza e le accuse verso la madre della piccola Kristina Pimenova di “sessualizzarne l’immagine” non si placano.

Glikeriya si difende dicendo che solo delle menti malate potrebbero vedere negli scatti di Kristina Pimenova pose studiate e volutamente sensuali, chi vi scorge ciò è un pedofilo e farebbe bene a consultare un dottore.

Basta conoscere la piccola Kristina Pimenova per capire. Nata a Mosca nel dicembre 2015. Abituata a viaggiare e a ritrovarsi in contesti eterogenei fin da piccola al seguito della madre e del padre calciatore, economicamente benestanti. La mamma vanta una laurea con lode in materie economico-finanziare e nell’intervista al MailOnline nega il suo trascorso da modella. Una totale dedizione la lega alla figlia da quando ha iniziato a calcare le passerelle, si occupa personalmente di gestirne gli scatti e le informazioni sui social network precludendone l’utilizzo alla figlia fino al raggiungimento dei tredici anni di età, al fine di proteggerla dalle storture di un mondo insidioso.

A coloro che la giudicano una madre degenere risponde:Mia figlia è brava ed è contenta di ciò che fa. Non è forse il nostro dovere di genitori individuare i talenti dei nostri figli e permettere loro di svilupparli nel modo migliore?  Fosse stata una bambina timida, che si spaventa ad incontrare gente sempre nuova, avrei lasciato perdere. Un bel faccino non è tutto in questo business”.

Le giornate di Kristina, come racconta la madre, sono assolutamente normali e trascorrono tra gli impegni di studio e gli allenamenti di danza artistica, senza dimenticare gli affetti e gli amici.

Glikeriya è felice che la piccola Kristina  mostri un innato talento per la danza ritmica poiché: “lo sport …insegna ai bambini a lavorare duro e a raggiungere degli obiettivi. Voglio che mia figlia abbia delle occupazioni, ciò l’aiuterà ad affrontare al meglio il difficile periodo adolescenziale.”.

Tuttavia un agente di modelle londinese, che ha preferito rimanere anonimo, ha così commentato gli scatti di Kristina Pimenova: “si potrebbe affermare che l’espressione nelle foto sia sensuale, allusiva, eccessivamente matura”.

La diatriba resta aperta e che le foto contengano pose sensuali o no, bisogna sempre ricordare che si sta parlando di una bambina di nove anni e che i nostri giudizi, contribuiscono a creare porzioni di realtà.

Kristina Pimenova, il parere della sessuologa

Don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’associazione Meter Onlus, riconosciuto pioniere in Europa e all’estero nella lotta alla pedofilia e alla pedopornografia on-line, in un suo libro-intervista alla domanda:“Vediamo oggi dei bambini ritratti in situazioni da adulti….Si riconosce loro un diritto di scelta, la possibilità di orientarsi, come degli «adulti in miniatura». La pedofilia è latente anche nella società, dunque nei media?”; risponde: “Le lobby economiche che favoriscono questo tipo di messaggio favoriscono la pedofilia” e fanno ciò “Direttamente. È una strategia culturale tesa ad utilizzare i bambini. Ma non dimentichiamo che sono bambini e lo restano fino a che non diventeranno adulti…”.

Qui è contenuto il vero nodo della polemica: quali conseguenze comporta l’utilizzo di bambini per fini economici sfruttandone la bellezza, in una società globalizzata dove il web fa da padrone ed è praticamente impossibile discernere quale destinatario fruirà, al fine della catena mediatica, del messaggio.

Le possibilità non sono univoche e lo sviluppo psico-sessuale del bambino, la salvaguardia della sua “fanciullezza”, dipendono da multifattorialità, soprattutto durante un’età, che Freud ha definito di latenza, ovvero in cui la libido del bambino è dormiente. Questa fase è caratterizzata da una spinta verso la socializzazione, il gioco diviene più fantasioso e accompagnato da sentimentalismi. Il bambino sviluppa il senso di competenza, di moralità e autostima.

La piccola Kristina si trova in questa fase di sviluppo, prende con serietà i suoi allenamenti di danza ritmica , il suo lavoro di modella, sviluppa competenze, socializza col gruppo dei pari.

Freudiani o meno, ritengo che le polemiche ruotino su un piano diverso da quello in cui si muovono Kristina e tanti suoi coetanei che svolgono la medesima professione.

La polemica non costruttiva non è sovente proprio il suo contrario.

 

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