Galatea Ranzi: In Sicilia il rapporto col teatro è diverso che altrove


Galatea Ranzi
L'attrice Galatea Ranzi

È romana Galatea Ranzi, ma catturata dalla luce di Siracusa, non è riuscita più a distaccarsene. Lei, attrice poliedrica di successo, dolce di viso e fiera di sguardo, spazia – con versatile capacità- dalla candidatura all’Oscar per il grande schermo alla soap per il piccolo, ma ha il teatro dentro.

E, se buon sangue non mente (mamma e papà architetti), Galatea, “ronconiana” no grazie, ma indissolubilmente vicina al “grande maestro”, ha visceralmente legato il suo io di attrice allo spazio in cui recita, influenzata, com’è, dai luoghi, sempre diversi e mai muti. «Adattare lo spettacolo al luogo è fondamentale e riuscire a farlo fa la differenza. In Sicilia il rapporto col teatro è diverso che altrove, è un legame molto forte, quasi atavico, un legame che deve assolutamente essere custodito e conservato.»

I microfoni di Sicilia e Donna l’hanno incontrata in occasione della IX edizione del premio “Ninfa Galatea”, dove riceve un riconoscimento per la sezione teatro.

L’intervista a Galatea Ranzi

Galatea Ranzi vince il premio “Ninfa Galatea” per il teatro, cosa significa essere qua, oggi?

Galatea Ranzi in teatro
Galatea Ranzi in teatro con “Soap opera”

«Essere qua stasera, premiata, con la coincidenza del nome, in Sicilia, parlando di teatro, mi emoziona molto, è un regalo inaspettato e particolare.»

Metti una splendida piazza Navona, l’amore di due architetti ed eccola al mondo con una passione sfegatata per il teatro, quando si è manifestata precisamente?

«Da subito, sì, certamente da subito.»

 Galatea, lei si definisce “siciliana adottiva, stregata dai pupi”, legata alla Sicilia, non solo professionalmente, a Siracusa in particolare, perché, cosa l’ha colpita di questa città?

«La luce, assolutamente la luce e non è un caso visto che c’è Lucia. Sono posti meravigliosi ed incantati i vostri e credo che meritino uno sviluppo adeguato, sviluppo al quale ho sempre cercato di contribuire.»

 

Galatea Ranzi al premio Ninfa Galatea
Galatea Ranzi al premio Ninfa Galatea

E dove vive oggi?

«Vivo a Roma, ma ho casa a Siracusa e torno spesso in Sicilia.»

 Tanti i successi sul piccolo e sul grande schermo, ma stasera parliamo di teatro, in merito al quale, diversi anni fa, in un’intervista ha dichiarato che aveva ragione Sant’ Agostino quando diceva che «non è la fine del mondo, ma la fine di un mondo», la pensa ancora così?

«Sì, in qualche modo, abbiamo un po’ tutti la sensazione di grandi cambiamenti a livello di comunicazione e di immagine, l’importante però è non perdere le cose ancora valide, quelle che esistono da sempre. Ogni tanto il brutto pensiero di dire che il teatro sta morendo anche a me sorge, però, in effetti, il teatro ha una sua specificità talmente forte e necessaria che non può finire, perché è l’unico mezzo di comunicazione in cui un uomo, dal vivo, parla della vita ad altri uomini e questo è insostituibile.»

L'attrice Galatea Ranzi sul red carpet
L’attrice Galatea Ranzi sul red carpet

 Quali potrebbero essere le soluzioni, culturali, sociali, politiche a questa crisi?

«Penso che, come avviene in molti paesi, nelle scuole sia necessaria un’educazione teatrale seria, vera, profonda, giocosa. E’ questa l’unica via per imparare a parlare dei nostri sentimenti, a riconoscerli e i giovani –specialmente in un mondo così accelerato- hanno davvero molto bisogno che ciò avvenga.»

 Il teatro ha un valore didattico, dunque?

«Ma certo, è fondamentale che lo abbia.»

Un valore catartico?

«Assolutamente sì!»

 Teatro e Sicilia che rapporto hanno?

Galatea Ranzi ed Enrico Lo Verso in Centovetrine
Galatea Ranzi ed Enrico Lo Verso in Centovetrine

«Beh, sul teatro e la Sicilia mi preme dire che, quando una trentina di anni fa, venni a vedere le tragedie e cominciai a frequentare questa regione, trovai che il rapporto fra i siciliani e il teatro era diverso che altrove.»

In che senso?

«Era proprio un legame molto forte, quasi atavico, un legame che credo esista anche oggi, un legame che deve assolutamente essere custodito e conservato.»

 Come studia Galatea Ranzi i suoi personaggi? Si spersonifica dal sé o mette qualcosa di suo?

«Prima parto da zero, dall’annullamento di me e poi, ma solo dopo, cerco di riconoscere qualcosa di mio nel personaggio che interpreto.»

Galatea Ranzi al premio Ninfa Galatea ad Acitrezza
Galatea Ranzi al premio Ninfa Galatea ad Acitrezza

 E’ lei a scegliere i suoi personaggi o fatalmente accade il contrario?

«Beh, diciamo che la cosa è un po’ reciproca.»

Qualcuno la etichetta come “ronconiana”, si ritrova in questa definizione?

«Ho lavorato molto con Luca Ronconi, è stato un grande maestro, con lui ho vissuto esperienze memorabili, non ne nascono molti uomini di teatro come lui, ma io non amo le etichette.»

 Quale messaggio lasciamo alle donne siciliane, alle tante “ninfe Galatee” della nostra terra?

«Sarebbero tanti i messaggi, ma di certo dico loro di guardare con fiducia al futuro e di impegnarsi, sempre.»

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