Il nostro sguardo, il documentario girato da chi non vede più


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Nella foto Filippo Romeo e Andrea Caschetto

Michele Romeo è cieco dall’età di 18 anni. La sua è una di quelle malattie che “prima o poi ti acceca gli occhi ma non il cuore né l’anima”. Che non esistono limiti che non si possano superare Michele lo ha appena dimostrato. Al fianco dell’amico Andrea Caschetto, conosciuto a Milano, dove entrambi studiavano, hanno realizzato un documentario dal titolo Il nostro sguardo. Riprese, montaggio e musiche sono di Michele Romeo. Il documentario Il nostro sguardo sarà pubblicato giovedì 12 gennaio, alle ore 18.30, sulla pagina Facebook di Andrea Caschetto.

andrea-caschetto-e-michele-romeo-3-1In fatto di limiti da superare anche Andrea Caschetto è un esempio emblematico. Il giovane ragusano è ormai noto come l’ambasciatore dei sorrisi, il ragazzo ilare che viaggia in giro nel mondo per gli orfanotrofi. Aveva 15 anni quando gli diagnosticarono un tumore al cervello che intaccò la sua capacità di memoria. Decise di viaggiare quando capì che la memoria rimane per le esperienze che ti restano dentro, che ti regalano emozioni. I sorrisi dei bambini del mondo sono una di quelle. Ad oggi ha visitato 60 Paesi.

Andrea e Michele hanno così iniziato una nuova esperienza insieme. Sono stati prima a San Pietroburgo poi a Monaco. Andrea lo guidava e Michele riprendeva quello che “vedeva”. È Michele il vero protagonista del documentario: è lui che ha girato le scene, posizionando la videocamera, o meglio, un semplice smartphone, sopra il suo naso, esattamente all’altezza degli occhi. Gli stessi occhi da cui non vede più.

“Michele ha voluto dimostrare che non esistono limiti, che con determinazione e forza di volontà si può fare tutto. Lui è l’esempio di come si possano realizzare i propri sogni e di come la malattia possa essere affrontata con il sorriso, senza scoraggiarsi, senza mai abbattersi” ha dichiarato l’ambasciatore del sorriso che, a fine gennaio, partirà per il Sudamerica.

Il prossimo viaggio di Andrea Caschetto sarà più complesso del solito: partirà su una sedia a rotelle per mostrare ai suoi lettori la reazione della gente. Pietà, compassione o indifferenza. Sulla carrozzina la scritta “Yo soy como usted, hàblame” (“Io sono come te, parlami”) che sarà anche il titolo del suo prossimo libro.

 

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