Savì Manna: “Ecco come vi racconto la Shoah in teatro”


Savì Manna
Savì Manna

Debutta in prima nazionale il 27 gennaio alle 21, nel Giorno della Memoria, in replica anche domenica, Ogni storia ha la sua musica, il nuovo spettacolo del drammaturgo, regista e attore catanese Savì Manna, che con questo testo è stato finalista al concorso europeo di drammaturgia Premio Tragos nel 2014. Lo spettacolo, prodotto da Santo Maccarrone con il sostegno di Leggende Metropolitane, Zo Centro Culture Contemporanee e Statale 114, sarà sul palco di Zo Centro Culture Contemporanee di Catania, piazzale Rocco Chinnici 6, per la rassegna Altrescene. 

Enrico Sorbello
Enrico Sorbello

Sul palco trenta elementi: insieme a Savì Manna (che firma anche la regia) con Turi Motta, il mezzosoprano Antonella Guida, il violoncellista Enrico Sorbello e i 26 elementi del Coro Nazionale protestante Note di Pace diretto da Angela Lorusso, composto da appartenenti alle chiese avventiste, luterane, valdesi e di diversi orientamenti religiosi e culturali.

 

Intervista a Savì Manna

 

Come nasce questo spettacolo?

“Quando leggo, guardo o ascolto racconti sulla Shoah mi sento raggelare il sangue. Quest’apocalisse non è solo legata a un popolo, ma all’umanità intera. Si stima che 12 milioni di esseri umani (ma alcune fonti parlano addirittura di 18 milioni) siano stati uccisi brutalmente perché ebrei, portatori di handicap, malati di mente, Testimoni di Geova, omosessuali, rom, sinti o dissidenti politici. E in questi numeri catastrofici ci sono anche bambini… tanti bambini. Non voglio sembrare provinciale, ma stiamo parlando di un numero di persone pari a tutti gli abitanti della Sicilia moltiplicati per due o per tre. Forse con questo lavoro cerco di purificarmi da questo pensiero ossessivo, o forse spero di espandere questa mia catarsi anche agli altri. Ora più che mai i segnali che provengono dall’Europa, e dal mondo in generale, non fanno ben sperare, quindi non possiamo e non dobbiamo permettere alla stupidità e alla brutalità umana di prendere nuovamente il sopravvento, e l’unica arma in nostro possesso è ricordare. Perché la memoria non è guardare al passato, ma al futuro”.

Coro Note di Pace
Coro Note di Pace

Qual è l’iter di questo spettacolo? Cosa è successo dopo il concorso del 2014?

“Mettere in scena un mio lavoro teatrale per quanto mi riguarda è una fatica enorme. Nel 2014 il testo di Ogni storia ha la sua musica ha partecipato al concorso europeo di drammaturgia Tragos rientrando tra i finalisti. E da lì che ho iniziato a pensare ad una sua possibile e concreta realizzazione. Ma mettere in scena un’opera con questi numeri (sul palco siamo in 30) è un’impresa titanica, a partire dalla produzione. Lo è, sia per il numero di persone coinvolte, ma anche per il tema affrontato. È infatti la prima volta che racconto una storia realmente accaduta con personaggi veramente esistiti e morti per difendere la loro e la nostra libertà.

Un altro aspetto da non sottovalutare in questa gestazione è stato il Coro. Già è complicato trovarne uno, ma lo cercavo con dei requisiti ben precisi. In questo spettacolo il Coro Note di Pace è uno dei protagonisti, e non si limita solo a cantare, anzi la sua principale funzione è quello di raccontare. E ha tanto da dire”.

 

Cosa è cambiato dunque rispetto al testo nato nel 2014?

“Tutto e niente. Mi spiego meglio: per me fra la scrittura e la messa in scena c’è un universo, ma rimangono

Turi Motta e Savì Manna
Turi Motta e Savì Manna

sempre due entità che fanno parte dello stesso cosmo. In tutti i miei precedenti lavori, nessun testo è stato mai rispettato proprio alla lettera. Perché quando scrivo coinvolgo soprattutto la sfera dell’immaginazione, invece nella fase di realizzazione sono troppi i fattori che entrano in gioco, non saprei neppure quantificarli tutti.  Quando una storia da testo si trasforma in messinscena gli attori, la scenografia, la musica o anche le sole luci ti possono suggerire un opportuno cambiamento di rotta o la giusta piccola correzione. L’importante è non affezionarsi a nulla e a nessuno, pensare solo al bene dello spettacolo”.

 

Andrà in tournée?  

“Non abbiamo ancora date certe ma stiamo lavorando per portare questo lavoro ad alcuni festival estivi e poi siamo in trattative per la prossima stagione teatrale. Intanto penso al debutto”.

 

 

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