Leonforte: l’antica Tavi fondata dai Branciforti


Granfonte a Leonforte

Leonforte fu fondata, su licenza del 30 ottobre 1610 della Regia Curia, dal barone di Tavi Nicolò Placido Branciforti. Il paese sorse attorno alla gran fonte nell’antica baronia di Tavi e le prime case furono destinate alle famiglie dei paesi vicini che accorrevano attratte dalla fertilità dei campi e dalla sovrabbondanza d’acqua che alimentava numerosi mulini.

L’impianto urbanistico di Leonforte

L’organizzazione urbanistica di Leonforte fu seguita personalmente dallo stesso Branciforti che, con la fondazione della nuova cittadina, acquistò potenza politica ed incrementò le sue risorse economiche, grazie ad un riuscito piano agricolo ed industriale. Con l’ausilio di architetti e maestranze romane e palermitane, l’impianto urbanistico di Leonforte fu realizzato con avanzati criteri e precisi schemi rinascimentali arricchito con molte chiese e fontane barocche. Per oltre due secoli, di generazione in generazione, i Branciforti governarono la città e vi dimorarono, sia pure stagionalmente. La città crebbe in popolazione ed estensione; vi si affermò una notevole vita produttiva grazie ad una filanda, alle fornaci per tegole e all’arte dei figulini. Ebbe anche una vita culturale attiva in virtù della presenza degli Scolopi ed una fervente vita religiosa sostenuta , tra gli altri , dal Monastero di S. Caterina e dal Convento dei Cappuccini.

I Branciforti e la storia del paese

Gradatamente, però i Branciforti persero il legame con la loro Leonforte, finché il 14 novembre 1852 un altro Giuseppe, l’ottavo della dinastia, vendette la città a Giovanni Calogero Li Destri, conte di Bonsignore che si trovò a dover gestire gli eventi che videro i cittadini protagonisti delle lotte per l’indipendenza e l’unità d’Italia. Monumenti: il palazzo Branciforti, costruito nel 1610 dal principe fondatore di Leonforte, Nicolò Placido Branciforti; la scuderia, costruita nel 1628, definita dal Re Vittorio Amedeo II di Savoia, in visita a Leonforte nel 1714, simile alla stalla grande di Torino; la Granfonte; la porta Garibaldi, l’unica che rimane delle 4 porte d’accesso al paese; l’orto botanico o giardino del principe che secondo le fonti doveva richiamare la tempe Greca ovvero la dimora del Dio Apollo, così come inciso sull’architrave della porta d’ingresso. Oggi è proprietà privata.

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