Viaggio in Africa tra Togo, Ghana e Benin. Riti vudù e pratiche magiche.


Viaggio in Africa occidentale tra Ghana, Togo e Benin

Viaggio in Africa tra Togo, Ghana e Benin

Tre stati dell’Africa occidentale affacciati nel Golfo di Guinea. Il catanese Massimo Motta, un medico con la passione dei viaggi, li ha visitati e fotografati raccontando a Sicilia&Donna emozioni e aneddoti. Ma il mal d’Africa esiste? Il nostro medico viaggiatore l’ha provato? Ecco i suoi appunti di viaggio…

 

Cartina geografica Africa occidentale
Cartina geografica Africa occidentale

 

Il racconto del viaggio nell’Africa occidentale

Il viaggio ha inizio da Accra, megalopoli congestionata dal traffico, con i vecchi quartieri di pescatori opposti ai moderni palazzi, espressione del progresso e della ricchezza che hanno fatto del Ghana un esempio per gli altri paesi dell’Africa Occidentale.

Da lì mi sono spostato a Kumasi, che vanta uno dei più vasti mercati all’aperto della parte occidentale dell’Africa.

mercato del pesce

I venditori mi sono sembrati aggressivi e riluttanti nei confronti dei turisti. Un atteggiamento che ho riscontrato (ahimè!) in gran parte della popolazione locale, per tutta la durata del viaggio.

Il passato di Kumasi è contraddistinto dai re Ashanti che dalla fine del diciassettesimo secolo ad oggi hanno mantenuto vive le tradizioni e la forza del popolo. Nel calendario Ashanti, alcune date vengono celebrate con grandiose cerimonie a palazzo reale, cui partecipano centinaia di persone in costumi tradizionali.

Il viaggio prosegue per Elmina, nome legato alla storia dell’Africa.

Nel 1482 Cristoforo Colombo e Bartolomeo Diaz vi giunsero per costruire un castello sotto l’autorità portoghese. I luoghi scelti erano legati alla possibilità di sfruttamento dell’oro. La città di Elmina oggi è un tipico porto caratterizzato dalla pesca con approdo per centinaia di grandi piroghe colorate che affrontano tutti i giorni l’oceano.

«I venditori mi sono sembrati aggressivi e riluttanti nei confronti dei turisti»Dal mare ai monti: ai piedi della catena dell’Atakora esistono i villaggi dei Tamberna, dichiarati patrimonio dell’umanità. Le loro dimore di particolare bellezza sono costruite come fossero piccoli castelli su tre piani. Si dice che architetti di avanguardia come Le Corbusier siano rimasti colpiti dalla plasticità delle loro forme.

Le pratiche magiche praticate ancor oggi

Dopo qualche giorno decido di spostarmi nelle regioni centrali del Togo e Benin dove esistono a tutt’oggi pratiche magiche davvero suggestive che sopravvivono a secoli di islamizzazione. In Benin il regno dei Dahomey, fiorito con il commercio degli schiavi e dell’olio di palma, funge da confine tra la religione animista e il vodou Oudiah. La capitale del vodou, tristemente nota come città degli schiavi, fu il punto di partenza e di non ritorno per milioni di individui privati della propria libertà. In tutto il litorale del Benin e del Togo il vudù è la religione animista di riferimento ed è a tutt’oggi praticata con fervore. Il vudù  è considerata una religione che dà un senso alla vita di milioni di persone Contrariamente a quanto ritenuto dagli occidentali, secondo cui sarebbe una banale forma di magia nera, è considerata una religione che dà un senso alla vita di milioni di persone. Nelle città e nei villaggi si può assistere a cerimonie durante le quali, tra percussioni e canti, i vudù invocati s’impossessano di alcuni adepti dando luogo ad autentiche manifestazioni di trance. A Lome, nel mercato dei feticci, sono messi in vendita gli ingredienti dei sacrifici vudù.

Luoghi per un turismo autentico

Sono terre inospitali e le popolazioni locali sono poco abituate al turismo. Sono elementi questi che rendono gli aspetti antropologici, i riti e le feste tradizionali assolutamente autentici. Quello che ti colpisce positivamente è la dolcezza e la socievolezza dei bambini. I loro sorrisi, i loro sguardi, i loro occhi ti restano nel cuore. Non è un’Africa facile: è a tratti arida, senza grossi esempi di vegetazione, ci sono savane sconfinate e mancano parchi naturali. In sintesi: niente immagini da cartolina. Non si vedono felini, né ippopotami, né coccodrilli, ricordo solo le scimmie sacre Colobus e Manaus considerate incarnazione degli antenati e quindi rispettate come spiriti tutelari. Nonostante ciò, quando ripenso a quei luoghi, quando rivedo le immagini che ho scattato durante la mia permanenza lì, quando ripenso a quei bimbi, allora provo un po’ di nostalgia …

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