Cristicchi interpreta magistralmente De Andrè


Simone Cristicchi
Simone Cristicchi

Simone Cristicchi un cantattore? Forse il neologismo questa volta può essere di valido aiuto per sintetizzare in una sola parola l’operazione artistica che lo vede protagonista. Un cantattore dunque, che alterna musica e parole, sonorità e gestualità per dare vita a La Buona Novella di Fabrizio De André, in programma con l’ultima replica stasera al Teatro Vittorio Emanuele di Messina alle 17,30.

Tre date sold out per l’artista chiamato dalla Fondazione De André ad interpretare quello che Fabrizio De André considerava il suo lavoro discografico più riuscito, La Buona novella appunto, riproposta nei teatri italiani in versione per orchestra sinfonica e coro giovanile scritta da Valter Sivilotti, musicista che per lo stesso Simone Cristicchi ha composto le musiche dello spettacolo teatrale MAGAZZINO 18 (oltre 140.000 spettatori in oltre 250 repliche). Al lavoro discografico originale di Fabrizio De André è stata aggiunta la canzone “Gesù”, cantata dallo stesso De André prima ancora di incidere “La Buona Novella”, che Sivilotti ha rielaborato per ridonargli una nuova contemporaneità.

Lo spettacolo, che nasce da un’idea di Sivilotti e Giuseppe Tirelli, inizia con un inedito monologo recitato da Simone Cristicchi, dal titolo “A volte ritorno” (scritto dallo stesso Cristicchi e da Matteo Pelliti), che snoda una narrazione i cui punti di riferimento sono rintracciabili in alcuni testi scritti da don Andrea Gallo e don Pierluigi Di Piazza.

E se Gesù scendesse sulla terra oggi che mondo si troverebbe? Quale sarebbe la sua via crucis nel 2016? La risposta è sotto gli occhi di tutti: migranti, banchieri corrotti, generazioni impantanate nelle venerazione di un ipad, politici assenti, ladri, assassini e stupratori. Peccatori senza via di uscita, prevaricatori impenitenti. Parole sbattute in faccia, pesate e sottolineate, accompagnate dal flebile suono di arpa e violini a cui segue l’esecuzione di quell’album di cui De André andava fiero.  Tutto basato sul racconto di Cristo. Raccogliere l’eredità di Faber, ammettiamolo, non è cosa facile. Ma questo novello Gesù che arriva sul palco avvolto da un cappotto nero ci riesce benissimo e lo fa con discrezione e straordinaria intensità.  L’infanzia di Maria, Il ritorno di Giuseppe, Il sogno di Maria, Maria nella bottega del falegname, Tre madri, Il testamento di Tito rivivono in questa nuova versione accompagnata dall’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, diretta da Valter Sivilotti, dal Coro scolastico Maurolico – Verona Trento e dal Coro giovanile “I Mirabili” diretto da Dario Pino.

Non va via Cristicchi senza aver regalato, a fine spettacolo, anche tre brani tratti dal suo repertorio.  E Messina lo ringrazia con lunghi applausi.

Articolo Precedente La città di Noto ospita l’arte di Andy Warhol
Articolo Successivo La Valle dei Templi è su Google Street View

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *