La mostra di Ettore Frani ospitata dalla Fondazione La Verde La Malfa


ettore frani

La Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte ospiterà fino all’11 Aprile 2021 la mostra “Nel lucido buio” di Ettore Frani, a cura di Giorgio Agnisola, promossa e ideata dal presidente della Fondazione Alfredo La Malfa e da Dario Cunsolo e Paola Feraiorni, con il patrocinio del Comune di San Giovanni La Punta (CT).

“La scelta di Frani non è casuale, dichiara il presidente della Fondazione Alfredo La Malfa- è una scelta che, in questi mesi vissuti all’ombra di un male che ha letteralmente corroso tutte le nostre certezze, ben si lega, a quello che è sempre stato, nei suoi dodici anni di vita, l’interesse principale della Fondazione, a partire anche dalle creazioni e da tutte le felici intuizioni della sua fondatrice, Elena La Verde, e cioè un volersi immergere nel profondo dell’esistenza per cercare un senso alla stessa”.

Originario di Termoli (CB), Ettore Frani in questa sua personale propone sedici opere, alcune appositamente realizzate per la mostra, che ne attestano non soltanto il grande talento, gratificato negli ultimi anni da una lunga serie di pregevolissimi eventi espositivi, ma disvelano l’ennesima tappa di un percorso artistico che brama indagare sul senso della vita, anche quando appare incomprensibile e ricco di contraddizioni. Gli olii di Frani costruiscono un percorso che attrae lo sguardo e conduce la mente in uno stato contemplativo, quasi metafisico. La pittura di Frani ci racconta di un paesaggio interiore, di un mondo spirituale che si apre all’infinito ricongiungendosi con il sacro e il primordiale. La sua è un’azione radicale, fatta di passaggi cromatici che dal nero intenso e profondo ci conducono a un bianco etereo e luminoso e viceversa, indagando le gradazioni del grigio in un incontro di opposti – scelti come simboliche allusioni al rapporto luce/buio; carne/spirito; interiore/esteriore – che interpretano il mistero stesso dell’esistenza umana. Le opere esposte creano un impianto scenografico che ha un rimando chiaro alla fotografia e al cinema, un legame incalzato anche dall’iperrealismo che contraddistingue l’arte di Frani. Le parole del curatore Giorgio Agnisola, ci ricordano che Ettore Frani «compie nell’opera un vero e proprio viaggio spirituale. Anche se è vivo nella sua pittura il senso dell’oltre e della sintesi simbolica dei motivi che a quell’oltre si legano nel riflesso della coscienza e della intuizione, egli non mira ad una definizione sacrale della forma o ad una estatica contemplazione. Nella sua arte c’è soprattutto un forte respiro umano, esistenziale. Lo si avverte in particolare nel profilo dei volti e nei titoli dei dipinti, caratterizzati da un senso di intima partecipazione e di vigile attesa. Quella di Frani è in realtà una ricerca di senso, vissuta come avventura dello sguardo, come profonda riflessione, come intima rivelazione. Il suo esperto lavoro di pittore ha dunque anche un significato simbolico. E simboliche sono molte sue immagini, veri e propri luoghi della ricerca umana e psicologica e infine religiosa, di fronte al mistero della vita».

Alfredo La Malfa spiega: «Non potevo non presentare una personale di Frani nella Fondazione che guido. Siamo invasi da una tendenza che fa dell’arte un veicolo di eccellenza del pensiero dominante, che facilmente pretende l’unicità in ogni spazio della cultura. Si cerca in tutti modi di relegare l’uomo di oggi in una terra algida, vuota, dove l’unico elemento di riferimento è l’io, e il cammino auspicato è orientato esclusivamente alla solipsistica “ricerca del sé”. Ma la nostra esistenza, se non viene illuminata da una meta estranea al divenire,
diventa come un’isola, al cui centro si dirama un labirinto che gradualmente disperde gli uomini, perché strappa loro la “nostalgia” di un approdo verso cui ritornare. Frani non si è piegato al vento dominante: con le sue opere ricorda che l’uomo recupera se stesso solo quando si mette in cammino, non in una ricerca solitaria e tautologica attorno a se stesso, ma verso una meta che risiede oltre la terra in cui l’uomo vive».

La Fondazione La Verde dispone di quattro spazi espositivi: il Parco dell’Arte, che fa parte del circuito di Grandi Giardini Italiani; la sezione di opere d’arte moderna e contemporanea; la collezione di abiti d’epoca e quella di libri antichi e si occupa di promozione artistica attraverso l’organizzazione di attività ed eventi culturali.
La Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte nasce ufficialmente nel 2008 per forte volontà di Elena La Verde, artista e appassionata d’arte.
L’intero sito, costituito da un ettaro di parco naturale e da una grande villa divisa in diversi piani, fu costruito dall’Ingegnere Enzo La Malfa, marito della fondatrice, agli inizi degli anni ‘70, come abitazione per la propria famiglia.

Fu a partire dal 2000, reduce da una prolifera produzione artistica, che Elena La Verde, realizzando una serie di istallazioni per il parco, sentì l’esigenza di trasformare il proprio luogo di abitazione in un luogo di cultura, dove conservare e tutelare per sempre le proprie opere. Nel Maggio 2012 Elena La Verde viene a mancare, lasciando una grandissima produzione artistica e letteraria. Nel 2013 viene inaugurata la sala espositiva “Elena La Verde”, oggi sede di numerose mostre e concerti. La Fondazione La Verde La Malfa continua il suo sviluppo e persegue, secondo il proprio statuto, le finalità di promozione e realizzazione di iniziative di studio e di ricerca nell’area delle arti visive, letterarie, dello spettacolo e quant’altro possa consentire la tutela del patrimonio artistico.

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