La rinascita culturale del quartiere di San Berillo


Riscoprire uno dei quartieri simbolo del cuore antico di Catania, San Berillo, scommettendo sulla cultura. Dare inizio a una vera battaglia di risanamento che parta anch’essa dal cuore della gente, dei cittadini, di tutti i catanesi. Il Project Space “Re.Ba.”, associazione culturale al confine tra la via di Sangiuliano e le viuzze di San Berillo, ci prova, sfoderando tutto il coraggio di giovani professionisti come il suo direttore artistico, Renato Basile, che da qualche anno sta tessendo una tela molto efficace tra gli attori protagonisti della vita cittadina per il pieno recupero del rione. L’ultimo esempio, in ordine cronologico, è stato l’incontro in cui gli architetti dell’Officina 21, guidati da Francesco Finocchiaro, hanno illustrato, tra cocktail e aperitivi per gli ospiti, il nuovo progetto ideato da questa giovane squadra e sostenuto da sponsor e finanziatori, come la Colacril, azienda leader a livello nazionale che con l’imprenditore Maurizio Lanzi sta investendo su Catania. “San Berillo – ha spiegato Finocchiaro – ha subìto almeno 4 azioni laceranti: la lava (natura), lo sventramento (economia), il bombardamento (politica), la marginalizzazione (sociale). Le prime tracce del risveglio sono costituite dalla natura (alberi, fiori, erba più in generale biodiversità)…La nostra sensazione – ha proseguito l’architetto – è che il luogo possa ritrovare una dimensione ecologica attraverso la ricollocazione di oggetti effimeri (almeno nella percezione) che esaltino le preesistenze: come padiglioni scultorei e topologici”.

 

In particolare, il quartiere può e deve tornare a vivere attraverso il lavoro artigianale, le esposizioni locali dei manufatti, delle “piccole cose” di un mondo nuovamente svelato alla città, un piacevole ritorno al passato ma proiettato nel futuro più prossimo, dove le stesse, uniche abitanti del quartiere, le “signore” storiche che non hanno mai abbandonato le loro case, possano portare avanti un messaggio di rinascita. 

Un messaggio, dicevamo, anche e innanzitutto culturale, come ha sottolineato il direttore Renato Basile, che, dopo questa “Architettura Proibita” ha colto l’occasione per presentare gli altri capitoli del progetto, fruibili dal prossimo maggio, dedicati a pittura, fotografia, scultura, cinema, teatro, musica, moda, letteratura, food art, video arte, grazie ai quali San Berillo si trasformerà in una galleria a cielo aperto e l’antica piazza delle Belle in un salotto cittadino per le video proiezioni. Ma soprattutto l’intero quartiere tornerà finalmente a vivere della vita vera della città.

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