Natura sonoris, la voce dell’Etna è l’affascinante progetto di un collettivo di giovani artisti siciliani per promuovere la tutela del patrimonio naturalistico pedemontano del vulcano.
Ogni scatto, ogni video, ogni parola, ogni segno, ogni performance sono denuncia dello sfregio che la natura subisce dalla sconsiderata urbanizzazione e inno alla sua energia vitale.
Le installazioni elettro-acustiche ecosostenibili di Zorzanello riveleranno il linguaggio del Monte Serra.
Ascolta la voce dell’Etna. Impara a dialogare con l’Etna. Dove tutto è casa. Ovunque una soglia da attraversare, una porta da spalancare, un ambiente da abitare, un focolare da tutelare. E’ urgente il bisogno di comunicazione, di dialogo, fra l’uomo-individuo, fra l’uomo-cittadino, fra l’uomo-comunità e quel che lo circonda, e il territorio che lo accoglie.
Ecco perché è necessario ascoltare ed imparare il linguaggio dell’Etna, della natura che lo circonda. Natura Sonoris non è soltanto un ambizioso progetto artistico. Natura Sonoris è una missione. Quella di un collettivo informale di giovani siciliani animati dal desiderio di stimolare in sé stessi e nei loro coetanei una più attenta considerazione del patrimonio ambientale, fonte di identità culturale e strumento di sviluppo. Sono i giovani dell’Associazione Culturale Duende sbocciati all’interno di Viagrande Studios, il centro di ricerca, formazione e produzione per le arti performative incastonato in provincia di Catania, a pochi passi dal Parco del Monte Serra, l’oasi naturalistica sulle pendici del vulcano.
Un progetto che è pure un atto d’amore per il patrimonio unico, prezioso, ma ancora non adeguatamente valorizzato, del Parco dell’Etna, istituzione che lo scorso 17 marzo ha festeggiato il trentennale della fondazione. Lo slancio creativo non è fine a se stesso. Ogni scatto, ogni video, ogni parola, ogni segno, ogni performance sono denuncia dello sfregio che la natura subisce dalla sconsiderata urbanizzazione e inno alla sua energia vitale, alla quotidiana lotta per sopravvivere al cemento, all’invasione di materiali che la mortificano. Una natura che attraverso immagini e suoni urla il desiderio di essere rispettata.
La macchia mediterranea, il bosco di querce e la flora del Monte Serra saranno il suggestivo teatro a cielo aperto dello spettacolo che andrà in scena all’interno del parco suburbano il prossimo 22 aprile, alle 17,30. Tutto sarà elemento artistico: la
luce naturale, le forme di vita che animano il palco diffuso, gli attori. La voce. La voce della natura, quel “Paesaggio sonoro da fare emergere come parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro
interrelazioni” su cui ha posto l’accento la Convenzione Europea del Paesaggio sottoscritta dagli Stati membri dell’UE nel 2000 a Firenze. Una concezione, così come documenta la letteratura sui soundscape studies sviluppata nel corso degli ultimi quarant’anni, in grado di fornire nuove modalità di comprensione del nostro rapporto con il pianeta che popoliamo, ribilanciando un’idea di paesaggio e di territorio che storicamente ha privilegiato la dimensione visiva come dimensione prevalente, se non unica. Il repertorio storico della musica ambientale costituirà un importante elemento di interazione sonora realizzata con strumenti semplici alla portata di tutti, di provenienza naturale, rinvenuti nel parco (legni, pietre, fogliame) in grado di stimolare sia la creatività degli attori, che la capacità di ascolto e di intervento attivo nell’ambito della fonosfera.
Il maestro Stefano Zorzanello, inoltre, ha realizzato delle originali installazioni elettro-acustiche. “Saranno disseminate lungo un percorso prestabilito all’interno del Parco Monte Serra – spiega il musicista e compositore vicentino – I dispositivi sono piccole macchine autosostenibili che utilizzano fonti di energia rinnovabile (solare, eolica, idraulica), interattive rispetto a parametri ambientali (luminosità, presenza di suono generato dall’ambiente e dai fruitori nell’ambiente). Piccole macchine in mezzo alla natura, dunque, che produrranno e riprodurranno suoni, modificandoli in modo sensibile, forniranno l’occasione per una riflessione ulteriore, che può scaturire dallo stupore dell’incontro inatteso, e dalla dimensione di una poetica della tecnologia come sistema fragile, anch’esso sistemico, un pensiero che invita all’ascolto e alla percezione estetica di quanto ci circonda”.
Lo spettacolo sarà l’approdo di un viaggio cominciato grazie al contributo della Regione Siciliana, che ha finanziato Natura Sonoris nell’ambito dell’accordo di programma quadro con la Presidenza del Consiglio dei Ministri “Giovani protagonisti di sé e del territorio”.
Salvo Piro, attore, regista catanese, docente di Logomimesi, la tecnica che ha ideato e che utilizza il metodo mimico per lo studio della parola parlata e scritta, è il coordinatore di un progetto che si è sviluppato in laboratori aperti gratuitamente ai giovani desiderosi di muovere i primi passi nei processi di condivisione e studio creativo di tutte le forme espressive; realizzando un sito web (naturasonoris.com) e curando la comunicazione sui social network; preparando lo spettacolo che avrà per protagonisti 15 attori e che sarà poi raccontato, cristallizzato in docufilm autoprodotto dagli stessi giovani artisti.
“Oggi il termine cultura comincia a vacillare – afferma Piro – vorremmo che Natura Sonoris diventasse un appuntamento fisso annuale e facesse da esempio. L’artista deve riallacciare il rapporto col pubblico, tenuto distante dall’assenza di comunicazione del proprio lavoro, e deve spendersi per la crescita della comunità di
cui fa parte. Ecco cosa insegniamo ai giovani e cosa vorremmo diffondere: la progettazione culturale non può essere svincolata dal territorio e bisogna impegnarsi al massimo per preservare e valorizzare la ricchezza che ancora resiste attorno a noi, nonostante noi”.
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