“Opera dei pupi a Catania” vince il premio Pirandello


Il libro Pupi e attori ovvero l’Opera dei pupi a Catania (Bulzoni), di Bernadette Majorana, vince il “Premio per il saggio storico-critico” della XIX edizione del Premio Nazionale di Teatro Luigi Pirandello, il prestigioso premio teatrale promosso dalla Fondazione Sicilia. La cerimonia di premiazione della XIX edizione si terrà il 14 dicembre a Palazzo Branciforte, edificio cinquecentesco che si trova nel cuore di Palermo, restaurato grazie alla Fondazione Sicilia e ad un capillare intervento di recupero firmato dall’indimenticabile architetto Gae Aulenti. Il 2012 quale anno per la cerimonia di premiazione non è casuale, perché coincide con il novantesimo anniversario della prima rappresentazione dell’Enrico IV di Luigi Pirandello, avvenuta nel 1922 al Teatro Manzoni di Milano: una decisione, presa per celebrare, proprio in questo modo, la figura del grande drammaturgo siciliano.

 

Nel corso della serata Claudio Collovà effettuerà un reading tratto da una novella di Luigi Pirandello, con l’accompagnamento al pianoforte di Ornella Cerniglia.

Il Pirandello, che ha cadenza biennale, è posto sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica e quest’anno celebra la sua diciannovesima edizione

Il “Premio nazionale per l’opera teatrale” è stato assegnato a Emanuele Aldrovandi di Reggio Emilia, per Felicità, dramma in due tempi, che tratta di un medico che vede realizzarsi nello stesso giorno tutti i suoi desideri: viene nominato primario e la donna che ama aspetta un bambino.

Il “Premio Internazionale” è andato ad Alberto Oliva, ritenuto uno dei più interessanti giovani registi italiani. Nato a Milano nel 1984, Oliva è laureato in Scienze dei Beni Culturali all’Università Statale di Milano e si è diplomato in regia alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi. Ha curato numerose regie teatrali, fra cui Notti bianche da Fedor Dostoevskij, Il mito di Sisifo, da Albert Camus, Garibaldi amore mio di Maurizio Micheli, La lezione di Eugène Ionesco, Il venditore di sigari di Amos Kamil, Cielo in filigrana di Marco Pozzi, La finestra di Claudia Cravero, Perché tutti sono famosi e io no, L’importanza di chiamarsi Erostrato di Tommaso Urselli, Petragedia di Irene Zani, Serata di Gala da Irene Nemirowski, Purgatorio di Ariel Dorfman, e altri ancora.

Il “Premio per il saggio filologico” è stato assegnato a Henrik Ibsen. Drammi moderni (Rizzoli)., a cura di Roberto Alonge. Il libro è un ritratto del mondo della famiglia e dei rapporti tra i sessi, frutto di un’analisi degna della perizia di Freud

Il “Premio alla carriera” è stato assegnato a Mario Missiroli, ritenuto uno dei più provocatori e innovativi registi italiani.

I premi sono stati assegnati dalla Giuria al termine di una lunga selezione, alla quale hanno partecipato 184 opere in concorso, fra cui 167 lavori teatrali di varia natura e 17 saggi sul teatro.

La giuria, presieduta da Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Sicilia, è composta da celebri nomi del teatro e della cultura italiana, quali Giorgio Albertazzi, Paolo Bosisio, Pietro Carriglio, Michele Guardì, Paolo Mauri, Maurizio Scaparro ed Elisabetta Sgarbi.

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