Serena Dandini racconta le “Ferite a morte”


CATANIA – Serena Dandini e la doppia denuncia contro il femminicidio lanciata con il suo “Ferite a morte”: prima un progetto teatrale sempre sold out, subito dopo un libro immediatamente in cima alle classifiche. Due formidabili strumenti di sensibilizzazione, entrambi scritti con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti, ricercatrice dell’IRPPS–CNR che da tempo si occupa di violenza contro le donne.

Serena Dandini è stata al Verga ieri in una sala gremita di gente per presentare il volume, edito in gennaio da Rizzoli, inserendo l’evento in una visione mirata ancora una volta alla sensibilizzazione civile. La manifestazione è stata organizzata in sinergia dal Teatro Stabile di Catania per il ciclo LibrinScena e dall’Udi di Catania nell’ambito delle iniziative “Stop femminicidio”.

In “Ferite a morte”, nello spettacolo come nelle pagine del libro, Serena Dandini usa tutte le sfumature dell’emotività, dal comico al tragico, dal grottesco al drammatico, per ridare voce alle vittime. Donne umiliate e uccise da maschi violenti (mariti, fidanzati, padroni, colleghi, estranei…) narrano in prima persona le loro vite (vere, o terribilmente verosimili): una “Spoon River” di rabbia, dolore e dolcezza per raccontare la loro sofferenza, per denunciare una strage che si compie sotto i nostri occhi, aiutare le vittime della violenza nascosta.

Un imperativo che chiama tutta la società ad un atteggiamento fermo e consapevole. Come è già avvenuto nelle altre città italiane, nella serata catanese la lettura è stata affidata unicamente ad attrici di chiara fama come Vitalba Andrea, Guia Jelo, Nellina Laganà. Con loro sul palco salirà anche una personalità femminile che ha avuto in Sicilia un ruolo di rilievo nella tutela dei diritti delle donne, l’avvocata Adriana Laudani dell’Udi Catania. E a dar fresca voce ai racconti saranno ancora Janine Bongiovanni, ultima in ordine di tempo entrata a far parte dell’Udi, e due studentesse degli istituti superiori catanesi.

In questa visione lo Stabile ha prontamente aderito alla documento “No More!”, convenzione “contro la violenza sulle donne-femminicidio”, promossa proprio dall’Udi insieme ad altre importanti associazioni. «La violenza di genere – evidenzia il direttore dello Stabile, Giuseppe Dipasquale – è una tragedia quotidiana che ci riguarda tutti. Come sempre di fronte a tali emergenze, la soluzione è innanzitutto culturale: solo così si può mirare a contenere, e possibilmente estirpare, un’orribile piaga sociale. Prevenzione e sensibilizzazione sono le chiavi del cambiamento, un impegno continuativo che noi del Tsc abbiamo voluto assumerci sia attraverso iniziative di forte richiamo come questa, sia con l’adesione alla campagna “Posto Occupato”, riservando in sala una poltrona “vuota”, destinata ad una donna che avrebbe potuto esserci e invece non c’è più».

Sottolinea Giovanna Crivelli dell’Udi di Catania: «Abbiamo voluto una Convenzione che contrastasse la violenza di genere e siamo oggi impegnate a renderla visibile, comprensibile e utilizzabile dalle donne che subiscono violenza. Un patto di civiltà che si assume la responsabilità di contrastare la sovrastruttura ideologica che consente il femminicidio, mettere in campo la propria autonoma proposta politica, richiamare le istituzioni alle loro responsabilità. Ospitare un’artista e una ricercatrice attente e generose a questo progetto, presentare un libro prezioso per il nostro lavoro nelle scuole è motivo di particolare gioia per l’Udi».

“LibrinScena”, alla cui cura ha collaborato Ornella Sgroi e che si avvale del contributo di Sheraton Catania Hotel, si conferma così luogo di dibattito non solo letterario, proiettato verso l’approfondimento dei gravi problemi che affliggono il Paese.

Ciascuna delle donne uccise forse avrebbe potuto salvarsi, se avesse avuto l’appoggio di una rete di solidarietà e di sostegno, capace di sostenerla e tutelarla dall’incombente minaccia del suo persecutore. Le storie portate sul palcoscenico e quelle narrate nel libro si tengono per mano, lungo la strada impervia ma obbligata della presa di coscienza e dell’azione concreta contro una violenza intollerabile.

Questo l’obiettivo della pubblicazione come del progetto teatrale di Serena Dandini, che prosegue a ritmo serrato nel suo alto impegno. “Ferite a morte”, uno spettacolo in progress, per la prima volta in scena a Palermo nel novembre 2012, sta infatti per affrontare il tour mondiale che approderà il 25 novembre alle Nazioni Unite.

 

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