Bel Ami: a metà fra dramma e commedia


La Parigi di fine ‘800 pare sia stata davvero un bel posto. Oltre ad essere decisamente ricca, era talmente avanzata da portare in dote vizi e virtù che, con un’innegabile fedeltà, troviamo anche nei decenni a venire, fino ai giorni nostri.

Il romanzo di Maupassant, sebbene scritto oltre un secolo fa, ha più di un elemento che, oltre a renderlo “condivisibile” per un pubblico del ventunesimo secolo, può suscitare più di un interesse e riflessione. Un mondo spietato dove arrampicatori sociali si facevano strada dando sfogo alla propria fame sessuale e ai propri istinti peggiori. Insomma una fotografia che potrebbe ben adattarsi anche alla nostra società. E’ quindi comprensibile la volontà dei due registi Nick Ormerod e Declan Donnellan che, dopo una lunghissima carriera in teatro, decidono di esordire al cinema proprio con quest’opera.

Dopo Come l’acqua per gli elefanti, il Bel Ami di Maupassant diventa la nuova vetrina per Robert Pattinson, in un generoso tentativo di scrollarsi di dosso l’attraente vampiro di Twilight. In questo caso abbandona il solito personaggio intimamente “buono” e amorevole per indossare i panni dell’arrampicatore sociale. Il testo originale, feroce satira sociale dell’alta società dell’epoca, ben si presta a dare a Pattinson una nuova immagine di cattivo ragazzo.

Nel cast, troviamo un tris di donne di tutto rispetto: Christina Ricci, Uma Thurman e Kristin Scott Thomas. Ciascuna darà un bel filo da torcere al pallido damerino con sogni di ricchezza molto più grandi di lui.
Il tono del film è a metà tra il dramma e la commedia, molti passaggi sono volutamente autoironici e riescono ad alleggerire una pellicola altrimenti troppo seriosa (ed incapace di dire, con le immagini, più di quanto non dica già con la sceneggiatura).

Il romanzo è tutta un’altra cosa…

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