Cinema made in Sicily: “8 euro”, il primo film di Tony Morgan


tony morgan
Nella foto il regista Tony Morgan

Vanta già numerosi riconoscimenti “8 euro”, il primo film di Tony Morgan e Daniele Di Mauro girato interamente nella provincia di Catania, in zone che ancora rifuggono il turismo caotico ma seducono intellettuali e convinti esuli dalla vita urbana. Da sempre la nostra terra si è prestata alle fantasie di registi visionari come Rossellini, Visconti, Pasolini, Coppola, Zeffirelli e Tornatore. L’isola è stata più volte ritratta come microcosmo (a volte anche in modo esasperato e deformante) rappresentativo della società contemporanea. Ed è proprio questo il punto di partenza del cortometraggio dell’attore (e ora anche regista) Tony Morgan, che in questo periodo si destreggia fra presentazioni, premi e nuovi lavori in corso. Noi lo abbiamo incontrato per saperne di più sul primo corto che porta la sua firma e per fare il punto di tutta la sua carriera artistica.

 

Tony Morgan ha esordito negli anni ’70 al teatro con l’avanspettacolo, un genere che è stato trampolino di lancio per molti noti attori italiani: ricordiamo, fra tutti, Totò ed Eduardo De Filippo. Anche per lui l’avanspettacolo è stato un valido preludio alla sua successiva carriera, malgrado all’inizio non sia stato facile farsi strada fra i “grandi caratteristi” come Vollaro e Donato perché, pur se sconosciuti al grande pubblico, in realtà, hanno fatto la storia del teatro e dell’avanspettacolo. Ma la sua ambizione e la sua caparbietà furono tali che il direttore del Teatro Jovinelli di Roma non poté fare a meno di notarlo, anche perché ricevette una segnalazione di merito niente di meno che da Franco Franchi. Poi segue il debutto in televisione con Romolo Siena e al varietà con Buzzanca e Barbara Bouchet in uno spettacolo che si chiamava “Io, io, io”. Da lì, capì che la sua strada era tutta in salita. Il primo lavoro per il grande schermo fu il film di Corrado Prisco, “La prima notte di nozze”, con Anna Mazzamauro, Oreste Lionello, Bombolo. E poi ebbe il privilegio di affiancare registi che hanno fatto la storia della commedia italiana e attori della portata della Fenech, di Abatantuono e di Enzo Cannavale. Ognuno dei suoi colleghi ha lasciato un segno indelebile sia nella professione che svolge che nella vita che vive. Ricorda con piacere, ad esempio, l’enorme semplicità di un grande divo come Mastroianni.

E adesso il passaggio alla regia che per lui, che ha un’esperienza di scrittore oltre che di attore, è stata quasi una tappa obbligata del suo itinerario professionale perché tra le mani aveva un progetto vero, suo e sentiva la necessità di “dargli un corpo e un’anima”. “8 euro”, il corto che lo vede nel doppio ruolo di regista e protagonista, è nato al supermercato dove ha incontrato un anziano che parlava alla pasta. “Pensavo stesse male” – spiega – “ma poi ho capito che rimuginava tra sé perché non aveva la possibilità di acquistarla. Così sono andato a casa sua e ho visto che il frigorifero era proprio come quello del film: non c’era nulla dentro”. Ciò che lo ha colpito di quest’uomo è stata la capacità, malgrado la sua posizione economica, di mantenere alta la dignità. Il protagonista, un pensionato ottimismo munito, incarna dunque una sorta di monito al pessimismo sempre più diffuso nel nostro Paese, perché “chi non ha carisma non ha la cultura della vita. I soldi servono per mangiare, l’intelligenza per vivere” – dice. A quanto pare la tematica sociale di questo film, alquanto attuale e drammatica, rappresenta un’inversione di rotta nel suo lavoro e non soltanto una parentesi. “È l’inizio. Non sono ancora arrivato dove volevo arrivare, ma sto partendo adesso”. Inoltre, ci rivela che in cantiere c’è un altro film dal titolo “Il coraggio di non farlo”, storia di un imprenditore vittima di un crollo finanziario che, per questo, medita il suicidio. Tema cardine è il rapporto fra genitori e figli. “Dopo 8 euro ho voluto alzare il tiro, perché so che il pubblico si aspetta molto” –  dichiara.

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