Il martirio di Sant’Agata raccontato dai Fratelli Napoli


“Quinziano vedendola rimase folgorato dalla sua bellezza e provò un  immediato ardore passionale incontrollabile, che non gli dava pace”. Così con devozione, spirito religioso e amore per Sant’Agata la Marionettistica dei Fratelli Napoli, nei locali del Teatro –  Museo, all’interno del Centro eno – gastronomico, Vecchia Dogana, omaggia la Santa Patrona con un’esaltante rappresentazione puparesca del martirio. “Abbiamo voluto, in questo momento sacro per la città di Catania, sulla base degli Atti Latini di S. Agata, riprendere una tradizione dell’ arte puparesca catanese – spiega Fiorenzo Napoli – perché per noi rimettere in scena oltre al classico repertorio cavalleresco la vita dei santi è un felice legame con la nostra storia di antichi pupari, che non abbiamo mai dimenticato di onorare”.

 

Un particolare adattamento del testo che delinea il dramma interiore di Agata, serva di Cristo, e Quinziano potente romano soggiogato da un’innocente fanciulla. Lodevoli i duelli verbali della Santa con il suo aguzzino; uno scontro tra bene e male secondo l’antica tradizione puparesca. Una rappresentazione scenica tutta barocca con lo schiaffo, lo strappo delle mammelle, il tratto d’aculeo in scena e la fornace fuori scena, che rapisce ed emoziona il pubblico dall’inizio alla fine.

“Nella creazione del copione e successivamente nella rappresentazione del dramma – sottolinea Alessandro Napoli, antropologo della compagnia – sono stati mantenuti tutti quegli episodi di tradizione che non vengono raccontati negli Atti Latini come i particolari famosi del telaio e del velo, per trasmettere al pubblico un crescendo d’emozioni”.

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