“Scusate la polvere”: paradigma di un femminile postmoderno


Ironia dissacrante, pungente e commovente allo stesso tempo. E’ quella presente nelle pagine di Elvira Seminara nel romanzo “Scusate la polvere” (edizioni Nottetempo), prodotto dallo Stabile di Catania e ridotto per la scena sapientemente da Rita Verdirame.  E’ sempre arduo il tentativo di trasporre per il teatro un’opera letteraria, ma Gianpiero Borgia ci è riuscito, dosando bene l’equilibrio funambolico che proviene dalla scrittura raffinata dell’autrice catanese. Il suo mondo non viene tradito, il caso di Coscienza, emblematico paradigma di un mondo femminile postmoderno che sembra inabissarsi per una deriva e che invece propone un modello femminile autentico. Coscienza, come un’eroina greca, piange un tradizionale lutto maschile, tipicamente odisseo, ma che invece attraverso la sua elaborazione ci svela un presumibile tradimento del compagno e da qui un’ascesa di ruolo per conquistarsi una neocondizione femminile. Aiutata in questo dalle due amiche Mia e Alice, una professionista del catering e l’altra specialista di “interni” dell’anima. L’io narrante è rappresentato da una svampita madre che cerca di ancorare la figlia ad una primordiale innocenza. L’esempio e il modello da abbattere è la vicina Ebe, prototipo vincente, infarcita di tango, burlesque e palestre super attrezzate. Una visione dissacrante del mondo delle donna che nella spasmodica ricerca di scalare il potere nella società non fa altro che reclamare il suo ruolo decisivo di madre, moglie e amante. In una scena essenziale, una piscina svuotata, si muovono e agiscono con disinvoltura Loredana Solfizi, Luana Toscano, Giorgia Boscarino, Giada Colonna ed Egle Doria. E a suggellare le atmosfere ironiche di Elvira Seminara la mostra “This is not a bag”, collezione di borse da lei create, in forte crisi di identità e… coscienza.

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