A Palazzo Scammacca di Catania si inaugura la mostra Giardini imprevisti


Lo spazio espositivo, situato nel cuore della città di Catania, ospita il progetto “Giardini imprevisti” di Lucia Scuderi, artista siciliana che vive e lavora a Catania. Disegna, scrive, dipinge, progetta. Al centro del suo interesse  il rapporto tra l’uomo e la natura, come un’indagine di questa complessa relazione che continua a cambiare.

La mostra è visitabile a Palazzo Scammacca del Murgo, in piazza Scammacca 1, luogo ormai eletto a spazio ideale per eventi d’arte e cultura, a cui si unisce la sua molteplice destinazione d’uso: è anche albergo, teatro, club, winebar.

Una doppia inaugurazione

Due le esposizioni che saranno inaugurate domenica 8 dicembre 2024, con il patrocinio dell’Unesco–Festival culturali delle città tardo barocche del Val di Noto– e del Distretto Turistico SudEst, alle 18. Una mostra sarà ospitata nei saloni al primo piano, l’altra al piano terra, nel piccolo Teatro del Murgo.

Insieme ai lavori di Lucia Scuderi, infatti, saranno disponibili anche le opere del progetto fotografico di Alice Grassi “Deus sive natura” con la curatela di Rosa Anna Musumeci, un’artista multimediale interessata a progetti interdisciplinari e partecipativi che lavora spesso in collaborazione con artisti e collettivi.
La sua ricerca è incentrata sul rapporto di interdipendenza tra l’uomo e il suo territorio e per questo lavora spesso site-specific.

Le due artiste

Lucia Scuderi sui suoi fogli di carta, diventati giganti, pianta, innesta, semina, inventa, immagina giardini, boschi, foreste di ogni forma e colore. Pian piano è cresciuta nell’artista un’idea di giardino, non solo come spazio chiuso, progettato dall’uomo, in funzione del suo godimento, della coltivazione botanica, ma capovolgendone il significato (e la storia) come spazio che la natura crea autonomamente dall’uomo. Ecco che i giardini sono anche gli spazi indisciplinati, disordinati, caotici. Sono giardini “non previsti”. La mostra nasce dal desiderio dell’artista di cercare uno spazio per poter condividere un’idea, una scoperta, una questione.

La fotografia di Alice è una lezione di iconografia. Nella definizione, l’oggetto dell’immagine è al tempo stesso necessario e accessorio, poiché l’accento viene spostato sul soggetto significante (l’artista) rispetto all’oggetto (il significato). Attraverso l’elaborazione, l’oggetto è trasfigurato in simbolo, e il simbolo iscrive nell’immagine delle phoenices uccise dal punteruolo rosso la complessità e l’universalità della comprensione critica.

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