D’amore non si muore…oppure si? I rischi della dipendenza affettiva


dipendenza affettiva

Tutte le relazioni importanti si sviluppano grazie alla nostra capacità di creare legami affettivi con gli altri. Spesso questi legami si trasformano però in catene pesanti, che non riusciamo più a sciogliere, nemmeno quando ci creano grande sofferenza.

Il tema della dipendenza affettiva è conosciuto da tempo, come testimonia il famoso testo della Norwood “Donne che amano troppo”, che risale agli anni ’70.  Tipicamente associata al mondo femminile, oggi la dipendenza affettiva coinvolge tanto le donne quanto gli uomini.

In generale, chi soffre di dipendenza affettiva sente di non poter fare a meno della persona amata, che diventa il centro dell’esistenza. Pian piano si perde interesse per le altre persone e aree della vita. Spesso si associa a questa situazione la convinzione di non potercela fare da soli, con conseguente impoverimento dell’autostima e dell’autonomia.

A volte la paura di perdere la persona da cui si dipende si trasforma in eccessiva gelosia e mania di controllo, che possono sfociare anche in comportamenti persecutori o aggressivi;

Se esasperate le conseguenze pratiche della “dipendenza affettiva”, dirompenti nel tessuto sociale e ormai alla ribalta della cronaca, si sostanziano in fenomeni intimamente connessi ai sempre più frequenti episodi di molestie, violenze ed atti persecutori, oggi definiti “stalking”.

In un’epoca in cui tutti ci sentiamo più liberi di scegliere, il tema della dipendenza affettiva coinvolge sempre più uomini e donne, trasformando i rapporti d’amore in gabbie da cui si fa fatica ad uscire. Per permettersi di “aprire la gabbia” è importante alimentare la fiducia in se stessi e nelle propria capacità, scoprendo quali risorse mettere in gioco per riscoprire il piacere di sè.

Conduttori: Laura Bongiorno – psicologa e psicoterapeuta; Stefania La Porta – avvocato

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