Femmine,Piccola Tragedia dell’Amore: unica data al Teatro Coppola di Catania


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Le protagoniste dello spettacolo Femmine

Il progetto S.E.T.A. (Studio Emotivo Teatro Azione)   presenta in un’unica data al Teatro Coppola di Catania, l’11 dicembre alle 21.00: Femmine, Piccola Tragedia dell’Amore. Uno studio sul femminile che nasce con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica alla non violenza ed adoperarsi con ogni mezzo per combatterla ed eliminarla. Ideazione e regia di Silvio Laviano con Roberta Amato, Giada Caponetti, Luisa Ippodrino, Silvio Laviano e Luisa Sichel, aiuto regia Tony Bellone, e progetto Fotografico Sebastiano Trigilio. Presentato in anteprima in occasione della giornata nazionale contro la violenza sulle donne ha presso la sala culturale Expò durante il convegno Personalità a confronto … L’Amore non è violenza indetto dall’Assessorato alle pari opportunità e dal Comune di Pedara, a fine serata vedrà anche un intervento da parte della Futuro Prossimo Cooperativa Sociale.

“L’uomo in eterna lotta tra apollineo e dionisiaco guarda, scrive e respira quattro femmine, donne, madri e sorelle che dormono da sole. In un piccolo e intarsiato lavoro di cesello da orefice, un maschio, voyeur da salotto, scandaglia il mito classico e i relativi archetipi femminili, come pietre preziose che adornano la volontà di schiudere uno scrigno fatto di preghiere, lamenti, invocazioni e condivisioni del mondo femminile. Elettra, Ecuba, Antigone e Medea: quattro donne, femmine di ieri, ma che condividono con le donne di oggi, la stessa colpa di amare. Soggiogate dal loro cuore e dal loro desiderio di essere animali innamorati, che sia amore familiare, amore materno, amore per la propria terra o amore intriso di passione, sempre di un bisogno primario si parla, di un’urgenza dell’esistere in quanto amate. L’abbandono come violenza o come prigione e la voragine affettiva di chi vorrebbe donare sono il tema di Femmine – Piccola tragedia dell’amore. Solo nel canto e nell’invocazione alla Madre Terra, alle origini del mondo, al canto della tradizione queste femmine troveranno pace e possibilità di cantare e raccontare e poter così tradurre in atto le loro passioni. Ed è una lotta continua tra l’emancipazione e la volontà di ergersi a eroine moderne combattendo la violenza del maschio: usurpatore, tiranno e anaffettivo”.

Ingresso libero con sottoscrizione volontaria.

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