Anya Meot: “Il Tai Chi Chuan è arte, gioco e fonte d’ispirazione”


Anya Meot, fondatrice ed ispiratrice delle associazioni Toum in Europa, è stata a Catania per un seminario di formazione Toum nell’isola.

Quali sono le origini del Tai Chi Chuan?

“Il Tai Chi Chuan, come molte delle cose cinesi, ha origine da una leggenda: un’eremita assiste un giorno al combattimento fra un serpente e un uccello; questa scena lo ispira e realizza un’arte marziale, sintesi dell’intenzione chiara e diretta dei colpi di becco dell’uccello e della flessibilità a spirale del serpente. Da qui il nome “Tai chi”, che evoca il momento in cui l’Yin bascula in Yang e viceversa, dove la trave di colmo segna il passaggio del sole, determinando luce e sole sulla sommità di una casa, o sulla cima di una montagna; una sorta di passaggio, un momento chiave. “Chuan” è la mano, il pugno: il Soffio Supremo, la Grande Inversione nella mano dell’essere umano. L’utilizzo concreto dell’apertura e della chiusura, di ciò che è in alto e di ciò che è in basso in uno stato di armonia e complementarità”.

“Quando c’è qualcuno è come se non ci fosse nessuno; e quando non c’è nessuno è come se ci fosse qualcuno” è un detto che si tramanda nel Tai Chi.

 

 

A chi è rivolta la pratica del Tai Chi Chuan?

“Questa ‘arte marziale’ (e non “sport di combattimento”) è adatta a tutti. Misteriosamente ognuno trova ciò che cerca, e in più scopre anche ciò che non si aspettava di trovare!

C’è solo bisogno di pazienza, tempo; ognuno, senza distinzione di età o di condizione fisica, vi trova qualche piccola perla preziosa”.

 

Quali sono i benefici del Tai Chi Chuan?

“Questa è una pratica che sviluppa la vitalità che si può apprezzare in qualunque momento della vita; ed è sia un gioco, un’arte, e anche una fonte d’ispirazione per la vita quotidiana. E può anche essere una difesa personale. La pratica è lenta e sembra austera all’inizio, ma presto ci rendiamo conto che cambia da un giorno all’altro. Ci si diverte di più quando nel lavoro a due comprendiamo meglio il significato marziale dei movimenti, quando lo testiamo dolcemente adattandoci alla forza e all’azione del partner. In una seconda fase si praticano certe sequenze di movimenti rapidi ma che devono essere ancora più rilassati di quelli lenti; poi c’è la spada, la sciabola …

Attraverso questa pratica si sviluppa la concentrazione, l’attenzione, la comprensione di se stessi e degli altri”. 

 

 

Può spiegarci, in parole semplici, cosa si intende per arte marziale?

“Autocontrollo innanzitutto: migliora la relazione con le situazioni e con gli altri. L’arte marziale del TCC ha la sua origine al centro del movimento, dopo anni di affinamento della pratica si arriva a questo punto centrale dentro di sé e su un’asse, centro attorno al quale ruota l’avversario che, accettato con dolcezza, cade in un vuoto inatteso”.

 

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