Beans: “Troppe sirene che ammaliano i giovani”


“Reggere il successo senza farsi travolgere è difficile, soprattutto perché ci sono troppe sirene che ammaliano i giovani creando in loro inutili e false certezze”. Parole dirette e immediate che lanciano un segnale forte sull’attuale rapporto dei giovani con la musica, quelle di Tony Ranno, fondatore e ideatore del pensiero musicale Beans, e Carmelo Morgia, inconfondibile e inimitabile voce solista del sound made in Sicily. “Oggi la cultura musicale è cambiata, il vero concetto di musica è passato in secondo piano – spiega Carmelo Morgia – per dare spazio prevalentemente al successo televisivo”. In occasione del concerto di Sant’Alessio, riaprono l’album dei ricordi raccontando come sia cambiata la musica e come i sogni di gloria di quattro ragazzi siano diventati realtà.

 


Tempo d’estate, tempo di concerti. Cosa provate ogni volta che salite sul palco nonostante dalla prima volta siano già passati più di quarant’anni?

“Grandi emozioni, perché ogni concerto è sempre un confronto con noi stessi, un metterci alla prova; il pathos c’è sempre e non importa se alla spalle ci siano oltre quarant’anni di musica. Sul palco diamo tutto di noi, non c’è nessuna limitazione e nessun risparmio d’energia. Diamo il massimo e siamo felici di farlo. La musica ci rende vivi e suonare davanti ad un pubblico eterogeneo, che si emoziona come la prima volta, è una soddisfazione senza eguali”.

 

Il gruppo nasce nella seconda metà degli anni sessanta, iniziando a suonare cover di musica beat. Il vero successo arriva nel 1975 con “Come Pioveva”. Gli anni settanta hanno lasciato il segno un po’ in ognuno di noi; tutto nasce da quegli anni. Cosa manca, secondo voi, ai nostri anni per avere la grinta, lo stupore e la sfrontatezza pulita di quegli anni?

Continua Tony Ranno: “Oggi c’è qualcosa in più, perché negli anni settanta la musica era molto selezionata e filtrata dalle grandi case discografiche. Oggi tutti possono cantare, sono tutti bravi; i ragazzi approfondiscono subito ogni cosa e di conseguenza entrano con molta facilità nel meccanismo musicale. Rispetto a ieri però è più difficile sfondare, perché allora c’era meno gente che suonava e più gente che ascoltava, mentre adesso tutti suonano e nessuno ascolta; questo è uno dei motivi della crisi del mercato discografico”.

Non si suona quasi più o meglio tutto è coadiuvato gran parte dall’aiuto del pc. Gli strumenti acustici sono quasi dimenticati. Cosa ne pensate degli strumenti tecnologici e delle innovazioni in campo musicale?

“Sotto certi aspetti oggi c’è la perfezione, una volta si era più umani, perché c’era il piccolo errore che rendeva il pezzo, forse, più naturale. Con l’avvento di queste innovazioni non si può più sbagliare, siamo tutti dei perfettini. Io ritornerei, chiaramente e senza dubbio, al passato perché l’emozione è immensa e l’adrenalina va a mille. Tutto è diventato più facile, ma senza emozione”. Completa Carmelo Morgia: “ultimamente alcuni gruppi anche a livello nazionale stanno riscoprendo l’acustico e questa è una cosa, per chi fa il nostro mestiere, importantissima”.

Arriva il 1978 e si presenta l’occasione del Festival di Sanremo con “Soli”. Il brano ha un ottimo riscontro di vendite. La macchina sanremese cosa vi ha dato? Possiamo parlare di quest’esperienza?

Riprende la parola Tony Ranno: “Sanremo inutile negarlo è una vetrina importantissima per ogni cantante; anche quelli che lo snobbano, in tempo di crisi, si sono rivolti ad esso capendo che alla fine è meglio tentare il jolly del festival. Le serate dopo Sanremo si sono triplicate e siamo cresciuti anche a livello d’esperienza. Dopo il successo di “Soli” siamo rimasti insieme un altro anno, perché dopo sono nate delle piccole diatribe tra di noi e il gruppo non funzionò più; quando ritornammo di nuovo insieme il periodo magico, dal 1975 al 1980, era finito; abbiamo lo stesso ripreso ad incidere dischi e suonare in giro per l’Italia, ma non c’era la stessa magia. All’inizio della nostra carriera abbiamo incontrato tanti pregiudizi, perché eravamo un complesso siciliano, poi la critica e il grande pubblico nazionale hanno cominciato ad apprezzarci ed amarci”.

La formazione del gruppo durante gli anni è cambiata, ma il modus vivendi Beans è rimasto inalterato durante il corso degli anni. Com’è nata la voglia di formare il cosiddetto complesso e quali sono state le difficoltà incontrate?

“ L’unica vera difficoltà agli inizi, parliamo degli esordi, era far digerire alle nostre famiglie la propria voglia di comunicare ed esprimere il proprio io. Si suonava con gioia e sotto l’aspetto delle emozioni e della musicalità le sensazioni erano grandi. Ci piaceva imitare i grandi gruppi stranieri, facevamo ballare le persone con le cover, vivevamo di emozioni”. Entusiasta aggiunge Carmelo Morgia: “I Beans sono sempre stati fortunati, perché chi ha fatto parte del gruppo doveva avere certe caratteristiche come la professionalità del mestiere e la purezza della voce; senza queste caratteristiche non si poteva suonare con noi”.

Dopo tanti anni è facile poter cadere nel meccanismo della ripetizione e dello scontato. Come si fa ad evitare tutto ciò e non essere etichettati come un gruppo da revival?

La parola ritorna a Tony Ranno: “ Il nostro repertorio è molto vasto, riproponiamo anche brani nostri rimasterizzati e riletti in una nuova chiave, abbiamo inciso un cd in cui abbiamo cantato i successi di Battisti, alla nostra maniera. Noi abbiamo una personalissima concezione musicale che c’identifica e ci descrive come tali, qualunque brano nuovo o vecchio sarà sempre identificabile con il nostro genere e il nostro modo d’intendere la musica”.

I cd costano sempre di più e il mercato discografico soffre dell’invasione della pirateria. Un vostro parere da addetti ai lavori sulla situazione che stiamo vivendo.

Sempre Tony Ranno: “La musica è finita! Il futuro discografico è nero. Non esiste più il talent scout che va alla ricerca del gruppo o del cantante, perché l’industria economica della musica è ormai inesistente”.

Oggi la TV propina, attraverso X Factor o Amici, la possibilità di un successo facile ed immediato. Cosa consigliate a tutti quei ragazzi che oggi sognano di incidere un disco e di lavorare come musicisti? 

Risponde Carmelo Morgia: “Sognare non si paga, ma oggi c’è più offerta che richiesta e di conseguenza emergere diventa più difficile e problematico. Format come X Factor o Amici tendono a valorizzare la produzione televisiva al posto del talento musicale. Tutto, spesso, si conclude con una mediatizzazione del contesto in cui il fenomeno musicale del momento si è venuto a trovare. Suggerirei a tutti i giovani di imparare a suonare uno strumento e di conoscere la musica in modo di non dover elemosinare una canzone ed essere quindi autonomi e non dipendere dalla volontà dell’autore”. Incalza Tony Ranno dicendo: “è fondamentale studiare, avere una base culturale è necessaria in qualunque campo, perché senza cultura non si va avanti”.

Prossimi impegni lavorativi?

Conclude Tony Ranno: “Le idee sono tantissime e i progetti che vorremmo realizzare sono tutti molto ambiziosi. Riprenderemo dei brani importanti e stiamo lavorando ad un progetto che è ancora in embrione con la tv, è una cosa a cui teniamo molto e per scaramanzia ne parleremo quando avremo la sicurezza di poterlo fare”.

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