Cineturismo. Viaggio tra location e set cinematografici


Dopo l’enoturismo, l’archeoturismo e il turismo d’autore, sembra aggiungersi un altro tassello al fruttuoso e ancora alquanto incontaminato puzzle del marketing territoriale. Un connubio armonioso e certamente riuscito quello fra cinema e turismo in cui ha voluto sperimentarsi Maurizio Zignale, docente di geografia presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Ragusa, autore del testo “Cineturismo. Viaggio tra location e set cinematografici.”

 Professore Zignale, a chi è rivolto il testo e quali obiettivi si pone?

«Il target è molto diversificato perché l’argomento unisce cinema, turismo e territorio, una sinergia fra i tre elementi cui si aggiunge la crescita economica che può derivare da questo mix; il testo ha di base uno scopo accademico rivolto ai miei studenti, ma è anche un modo per capire i meccanismi che portano alla trasformazione di una location cinematografica in destinazione turistica.»

 Come è strutturato?

«C’è una parte introduttiva che riguarda il turismo, un’altra che si sofferma sugli attori del cineturismo, segue una panoramica sulle Film Commission come asse portante della valorizzazione territoriale, e un confronto fra alcuni esempi del cineturismo nazionale ed internazionale.»

 Avete svolto studi di marketing territoriale alla base della realizzazione del testo?

«Certamente sì, ho approfondito i dati forniti dalla Regione Siciliana in merito ai flussi turistici, ho analizzato la variazione del flusso turistico di determinate location sulla base dell’uscita dei vari film, per estrapolare poi in maniera molto empirica i dati finali.»

 Parliamo di cineturismo in generale e di cineturismo in Sicilia?

«Diciamo che il cinema non nasce per trasformare una location in destinazione turistica, ma ci sono  casi in cui ciò può accadere …; in Sicilia manca una Film Commission, a ciò si aggiunge un problema di costi e di organizzazione che spesso porta le grandi case di produzione a preferire il Marocco o la Puglia.»

 E il caso Montalbano?

«Montalbano è distribuito in più 90 nazioni nel mondo e di contro non abbiamo avuto un vero riscontro turistico, forse un aumento del 10% perlopiù legato ad un turismo spontaneo, ma non c’è nessuna organizzazione alla base; direi che in termini di marketing e comunicazione siamo all’anno zero. Dovremmo spingere molto di più, penso a fiction come “Sex and the city” che riescono molto meglio, è vero che siamo a New York, ma da noi basterebbe aggiungere anche quel poco che non c’è, il turista è abbandonato a se stesso!»

 

 

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