Maria Grazia Bellia: “La musica scaccia la solitudine”


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Nella foto Maria Grazia Bellia presidente Siem

La musica è importante, ma spesso è trascurata nella scuola italiana. L’avviamento alla materia avviene soltanto alla scuola media, ma i bambini sono già pronti all’ascolto fin dal sesto mese di gravidanza. La musicalità è innata e non ha età. Abbiamo intervistato Maria Grazia Bellia, presidente SIEM (Società italiana di educazione musicale) di Catania e docente di pedagogia musicale e coro scenico.  Attualmente, insegna presso il liceo musicale V. Bellini, la Scuola Popolare di Musica di Testaccio e la Scuola Popolare di Musica “Donna Olimpia” di Roma. Grazie alla sua esperienza ci ha raccontato i disagi che vivono i bambini di oggi e le ragioni dell’educare alla musica. “La preparazione dei docenti è fondamentale- ha sottolineato la Bellia- che sono tenuti ad aggiornarsi e a conoscere nuove tecniche della didattica. Occorre dare spazio ai giovani, sono loro il motore del futuro”.

 Perché la scelta di aprire una sede territoriale SIEM a Catania?

 Per essere precisi si tratta di una “riapertura”. Esisteva già una sede a Catania, che per vari motivi è rimasta ferma per qualche tempo. Quest’anno, grazie alla disponibilità di giovani, futuri insegnanti, molto preparati del Liceo musicale Vincenzo Bellini, si è creata l’opportunità di riattivarla. La mia figura ha un valore simbolico, saranno i giovani ad occuparsi dell’associazione. Durante la mia docenza ho notato la loro grande preparazione, ma anche un loro scoraggiamento per le future possibilità lavorative. Il desiderio è di dare spazio ai giovani e fornire loro opportunità di lavoro. Rappresentano il motore del futuro e potranno fare in modo che cambi qualcosa a Catania.

Di cosa si occupa la SIEM?

È un’associazione italiana per l’educazione musicale senza scopo di lucro. Esiste in Italia da 45 anni. Promuove la cultura musicale, provvede all’aggiornamento professionale dei docenti e incoraggia la ricerca scientifica.

Che tipo di seminari organizzerete a Catania?

Inizieremo il 1 e 2 novembre, con un corso di Body percussion, condotto da Ciro Paduano, uno dei più importanti nomi della didattica musicale in Italia. Questi corsi forniranno l’opportunità di compensare la carenza della pratica nell’insegnamento.  Spesso i corsi universitari sono ricchi di teorie e poveri di tirocinio.

Lei lavora nel campo dell’insegnamento, a contatto con i bambini. Come reagiscono durante l’ora di musica?

Da 16 anni lavoro a Roma. Ho notato un disagio sociale, non legato alla sfera economica. C’è una solitudine del bambino, un disagio dell’essere. I bambini sono molto soli, perché le famiglie sono spesso impegnate e le attività musicali riescono a far recuperare le relazioni sociali, in un contesto di comunione. La musica veicola la gioia di fare insieme agli altri, come in un gioco di squadra. Educhiamo “alla” musica “con” la musica, non trascurando l’“essere” del futuro cittadino. Lavoriamo alla formazione dell’autonomia, attraverso la possibilità di operare delle scelte musicali.

Perché, secondo lei, molti genitori trascurano l’avviamento alla musica?

Molti pensano che solo i figli dotati di orecchio musicale possano frequentare le scuole di musica. Ma non è così. Tutti i bambini hanno diritto di sviluppare la musicalità, che è innata. Il nostro orecchio si sviluppa già al sesto mese di gravidanza e attraverso il suono, il bambino si relaziona al mondo. C’è anche una questione culturale, perché nelle nostre scuole la musica ha inizio solo alle medie.

Qual è la situazione attuale della musica nelle scuole?

È una disciplina che ha poche ore, come tutte le altre discipline artistiche.  Molti passi si stanno facendo, come l’attuale proposta di legge sulla musica della senatrice Elena Ferrara, che sostiene l’inserimento dell’insegnante di musica a partire già dalla scuola dell’infanzia. Inoltre, spesso mancano insegnanti aggiornati.  Abbiamo attivato i corsi SIEM, riconosciuti dal MIUR, per l’aggiornamento dei docenti e degli operatori e per mostrare loro come la musica possa nascere attraverso il gioco. Ci piace essere a Catania, per offrire ai docenti della città nuove tecniche d’insegnamento. Più saremo preparati e più i bambini avranno la possibilità di godere della musica, di crescere in armonia con se stessi e di sviluppare una sfera emotiva.

Cosa offrirete alla città di Catania?

Attiveremo dei corsi per gli insegnanti e gli operatori musicali sulla vocalità, sulla danza creativa, sullo strumentario alternativo a quello canonico, fino ad organizzare convegni e corsi estivi. Faremo arrivare a Catania personaggi illustri del mondo musicale e accenderemo un riflettore sulla città con eventi importanti.

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