Nadia Terranova, “La vita mi ha portata lontano dalla Sicilia”


La scrittrice Nadia Terranova
La scrittrice Nadia Terranova

Nadia Terranova, scrittrice siciliana, già conosciuta come autrice per ragazzi. Tra i suoi libri, “Bruno. Il bambino che imparò a volare” che ha vinto il Premio Napoli e il Premio Laura Orvieto ed è stato tradotto in Spagna.

Due giovani differenti, un amore difficile, la città di Messina, gli anni Settanta. Questi gli ingredienti di “Gli anni al contrario”(ediz. Einaudi) di Nadia Terranova. I protagonisti de “Gli anni al contrario” sono Aurora e Giovanni, che per sfuggire alle loro famiglie si dedicano allo studio, lei con risultati brillanti, lui meno. Quando s’incontrano, sono subito attirati l’una dall’altro, ma la quotidianità e gli eventi storici, travolgeranno il loro rapporto. Diventati presto genitori di Mara, dovranno far fronte a creare una famiglia. Ma, la figlia segna ancor più il confine tra loro. Aurora, figlia del “fascistissimmo” Silini è una studentessa modello e, da madre, riuscirà a concentrarsi sulla figlia e contemporaneamente sugli studi, per trovare un lavoro ed emanciparsi. Giovanni, lo scavezzacollo dei Santatorre, in conflitto col padre, vuole diventare un rivoluzionario.  Le sconfitte e la frustrazione, gli faranno conoscere la strada della tossicodipendenza e metteranno a repentaglio il legame d’amore con Aurora.  I due crescono nella Messina degli anni ’70 e vivono la storia contemporanea, tra le notizie dell’uccisione di Aldo Moro e di Peppino Impastato e tra le scritte marxiste sui muri delle università. Si amano, ma sono incapaci di sopravvivere all’utopia di un mondo da salvare e, soprattutto, incapaci di salvarsi.

Con uno stile pulito e una scrittura rapida, ma emozionante, Nadia Terranova, regala al lettore una storia intensa e profonda. L’abbiamo intervistata e ci ha raccontato del libro, dei personaggi e dalla sua Messina.

L’intervista a Nadia Terranova

Nadia Terranova
Nadia Terranova

“Gli anni al contrario “è il suo ultimo lavoro e sta avendo un grande successo.  Il romanzo può essere considerato un “documento” di storia contemporanea. Come è nata l’idea di parlare degli anni 70?

Un periodo sufficientemente lontano per poterlo guardare con distacco storico, ma ancora capace di suscitare discussioni accese, perfino di riportare in vita antiche diatribe.

Ha già esperienza nella scrittura come autrice di romanzi per ragazzi. È più difficile scrivere per i piccoli o per gli adulti?

Non faccio differenza. I ragazzi sono un pubblico molto esigente e puro, riuscire a toccare le loro corde è molto complicato ma dà delle enormi soddisfazioni. Al contrario degli adulti non si fanno influenzare dalle recensioni, e poi sanno ancora godersi una buona storia. Tra i grandi, riconosco subito i “bambini sopravvissuti”.

“Gli anni al contrario” descrivono una crisi generazionale. I protagonisti, Aurora e Giovanni, vivono pienamente il crollo delle loro utopie. Come sono nate queste due figure? Dalla sua fantasia o si è  ispirata a qualche personaggio reale?

Mi sono ispirata a due persone vere, come diceva Fitzgerald solo descrivendo una persona otterrai un tipo, se descriverai un tipo non otterrai nulla. Poi è chiaro che sulla carta i personaggi tendono a tradire la persona in carne e ossa e a diventare altro.

Nel romanzo si parla di famiglia, anzi ne descrive tre, tutte diverse fra loro e con le caratteristiche del periodo. Quali sono gli elementi che accomunano e diversificano la famiglia degli anni 70 con quella attuale?

Le due famiglie da cui vengono Giovanni e Aurora rappresentano un modello che non c’è più, immobile, eterna, numerosa, soffocante. Quella sgangherata di Aurora e Giovanni è più simile, con la differenza che il politico non entra più nel privato.

Nadia Terranova copertina libro
La copertina del libro scritto da Nadia Terranova e pubblicato da Einaudi

La storia è ambientata a Messina, sua città di origine. Che rapporti ha con questa città? La vede come una provincia dalla quale scappare o un luogo nel quale è possibile restare?

Messina è una città di una bellezza nascosta, quasi tutti la attraversano senza capirla, senza quasi vederla, per raggiungere altri luoghi siciliani o scappare verso lo stivale. Ho molta ammirazione per chi è rimasto a viverci, a me la vita ha portato quasi subito da un’altra parte.

Le pagine del romanzo coinvolgono il lettore emotivamente. Si parla di sconfitte, di un amore che non basta a cambiare le cose, di figli. Pensa che i figli dei giovani di quella generazione siano più maturi dei loro genitori?

Sono diversamente maturi, nel senso che sono più responsabili. Però hanno molta meno energia: siamo una generazione un po’ sfiduciata e apatica.

Qual è il libro che ha letto e le ha lasciato tanto dentro e quale avrebbe voluto scrivere?

Ce ne sono tantissimi, ovviamente, questa volta scelgo Il grande Gatsby di Fitzgerald e L’isola di Arturo di Elsa Morante.

 

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