Sabrina D’Orsi: “A settembre il mio nuovo romanzo”


“Scrivere è come denudare la propria anima a chi legge”. In piccolo bar del centro, tra una granita e un gelato, sotto il caldo sole d’estate, incontriamo la scrittrice catanese Sabrina D’ Orsi pronta a rimettersi in discussione con un nuovo progetto editoriale; dopo quasi due anni di silenzio assoluto, il prossimo autunno, in tutte le librerie d’ Italia sarà pubblicato il suo secondo romanzo, per la casa editrice Carthago. “Leggere, scrivere, raccontare al mondo i propri sentimenti è un segno di grande coraggio ed umiltà, perché abbandonarsi alla scrittura purifica e aiuta non solo i lettori, ma soprattutto chi scrive”.

Lei incarna il prototipo, il modello dell’artista, del letterato dal carattere riservato ed introspettivo che cerca di evitare la mondanità e il chiasso delle luci della ribalta. Il suo ultimo lavoro, “Lungo i sentieri del tempo”, risale al 2011. Prossimamente sarà di nuovo protagonista della scena con un nuovo libro? Possiamo avere qualche anticipazione?

“Certo. Questa è un’esclusiva che voglio dare agli amici di “Sicilia e Donna”. A settembre sarà pubblicato per la casa editrice Carthago il mio secondo romanzo. Una creazione che parla molto di me. È una storia diversa rispetto al precedente, ma non abbandono il mio stile e la mia personalità creativa. Questo libro è un progetto a cui tengo molto; mi auguro che possa piacere come il primo”.

Nel 2011 si aggiudica il premio letterario Akademon per la sua opera prima “Lungo i sentieri del tempo”. Cos’ha provato quando ha ricevuto questa gratificazione professionale per la sua prima pubblicazione?

“Ho provato una sorta di riconoscimento con me stessa, da non confondere con superbia o orgoglio. Nel momento in cui ho ricevuto il premio, era sera, ho guardato le stelle, che mi hanno trasmesso una luce particolare difficile da spiegare. Ho dedicato il premio a mio padre, la stella più lucente. Ho sempre scritto nella mia vita, ma non avevo mai pubblicato. “Lungo i sentieri del tempo” nasce come un interrogativo su cos’è la vita e cos’è il dolore. Un pomeriggio di settembre incominciai a scrivere e ad un certo punto non compresi più se fosse lo stesso libro a farsi scrivere servendosi di me. Questo libro e questo premio hanno aperto una strada diversa, per me, sconosciuta iniziandomi ad un cammino pubblico come scrittrice e come persona”.

Chi è il suo lettore ideale?

“È un uomo a piedi nudi, abbronzato, davanti ad una spiaggia, con un paio di pantaloni di lino bianchi che fuma un sigaro e cerca, soprattutto, di vedere oltre l’orizzonte che si presenta davanti”.

Lei è un’autrice che ha molto rispetto dei suoi lettori ed è felice quando riesce a suscitare emozioni in chi legge. Quanto è difficile far accadere ciò?

“Questa è una domanda apparentemente semplice, ma altamente complicata. Io ritengo che l’emozione nasca dalle cose di ogni giorno. Da scrittrice riuscire a propagare i miei sentimenti e condividerli con altri è la più grande soddisfazione che possa avere, più di qualsiasi scenario pubblico”.

Lei è stata, per motivi familiari e personali, legata al mondo dell’istruzione; infatti suo padre, Domenico D’Orsi, era un accademico e lei attualmente insegna. Cosa dovrebbero fare, secondo lei, le istituzioni per trasmettere ai giovani la voglia di leggere?

“Questa è una domanda provocatoria. Ritengo che l’Italia stia attraversando e vivendo una situazione di ignoranza assoluta. Le nuove generazioni sono catapultate in una situazione di totale oscurantismo; siamo governati da persone che non pensano e non curano il benessere morale e culturale dei giovani. La nostra città è piena di centri scommesse, bingo e pub; al di là dei pub, oggi esistere è diventato una scommessa. I ragazzi non sono portati alla lettura, perché sono convinti che leggere non può dare alcun futuro. Questo credo sia anche corroborato dal fatto che il livello di studi si è notevolmente abbassato. I giovani di oggi, forse, aspirano ad un diploma serale ed è una grande tristezza; così non c’è progresso. La nostra città è assolutamente imbruttita da cementificazioni orrende come piazza Europa o il porto …. Ci sono troppe brutture”.

Rimaniamo in tale ambito. Parliamo di Catania. Cosa spera da catanese in questa nuova amministrazione comunale?

“Spero che qualcosa si muova e che la città possa rinascere. Non ho problemi a dire chi ho votato; ho dato la mia preferenza a Matteo Iannitti, Catania Bene Comune. Ho votato la persona e non il colore politico; è stata la sua prima candidatura e sapevamo bene che era molto difficile che potesse salire. Ho creduto e credo in questa persona, perché sono convinta che se avesse avuto la possibilità di poter agire avrebbe rotto molti equilibri anche mafiosi”.

Quanto ha dato in pasto alla gente della sua anima?

“Molto. Non mi pesa affatto. Essere veri significa anche mettersi in gioco a prescindere delle conseguenze”.

Attendiamo settembre ….

“Si. Sono molto contenta di ciò che ho realizzato, perché il mio lavoro non sarà solo carta stampata e dimenticata; sono molto felice di far parte della Carthago, una realtà editoriale molto attenta e preparata”.

Articolo Precedente 10 luglio 1943: il "pizzino" del capitano Tarro donato al museo
Articolo Successivo Cocciante incanta Taormina

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *