Scrittori russi un po’ italiani. Intervista a Mikhail Viesel


È il più “italiano” del gruppo di intellettuali russi, di recente in visita in Sicilia per conto dell’Associazione Conoscere Eurasia. Mikhail Viesel, 42 anni, è un affermato critico culturale e traduttore di autori italiani. Ha tradotto in russo Umberto Eco, Stefano Benni, Aldo Nove

e Niccolò Ammaniti. A dicembre presenterà a Mosca un libro di Gianni Rodari (molto popolare nella Federazione Russa) del quale ha curato la traduzione. Sicilia&Donna lo ha intervistato.

Lo scorso anno, la Fiera del Libro di Torino fece conoscere a noi italiani nuovi autori russi. È il segno di un momento particolarmente favorevole per la letteratura russa?

“Come dice lo scrittore e giornalista Dmitry Bykov, la letteratura russa è sempre in crisi. Crisi è il suo stato normale, può funzionare solo nella situazione del “dirupo scosceso” totale. E proprio perché la crisi è il nostro ambiente normale, la situazione è sempre favorevole.”

Quali titoli consiglia ad un italiano che vuole conoscere la complessa realtà della società russa di oggi?

“Rispondo con “Il giorno del oprichnik” di Vladimir Sorokin. Temo, però, non sia tradotto in italiano. Oppure “San’kja” di Zakhar Prilepin (edito in Italia da Voland ndr). Ci sono due estremità, fantastica-antiutopica e politica-cannibalistica (in riferimento alla “gioventù cannibale” della letteratura italiana) che descrivono bene l’ambiguità della società russa contemporanea, antichissima e postmoderna allo stesso tempo. Potrei anche indicare la poesia di Andrei Rodionov, lui sviluppa la tradizione di Majakovsky unendola con Eminem, ma temo che sia troppo giovane e ‘brutale’ per i vostri traduttori-professori. Sarei contento di sbagliare.”

Lei è stato in Sicilia, di recente, assieme ad un gruppo di scrittori russi. Avete incontrato centinaia di giovani e molti scrittori dell’Isola. Ha colto segnali positivi da questa esperienza?

“Si, certo, per ogni persona che lavora nell’isolamento quasi ermetico del proprio studio è molto importante vedere la reazione viva e spontanea dei lettori, reali oppure potenziali. Abbiamo avuto segnali importanti che il nostro lavoro è utile e necessario. Come dimenticare la reazione spontanea di Dmitry Glukhovsky quando, alla libreria Feltrinelli di Messina, ha visto i suoi libri dedicati a una Mosca post-apocalittica. E anche la reazione di Alla Maximovna Marchenko che per tutta la sua vita ha studiato l’Akmatova, i suoi viaggi italiani, il suo premio Etna-Taormina, ricevuto nel 1964, ma che ha visitato Taormina solo adesso, all’età di 80 anni.”                                                                                                   Lo scrittore Zakhar Prilepin – ospite del tour siciliano – afferma che gli scrittori italiani Veronesi, Ammaniti e Baricco hanno molte cose in comune con gli scrittori russi contemporanei. È d’accordo?

“Zakhar legge molto e sa quello che dice. Questi tre scrittori italiani sono ben diversi e coprono varie sfaccettature della vita italiana. Sì, devo ammettere che i problemi dei loro personaggi e gli strumenti stilistici sono paragonabili alla prosa degli scrittori russi. Nel caso di Ammaniti trovo analogie con la prosa dello stesso Prilepin. Spero tanto di far conoscere Zakhar Prilepin e Niccolò Ammaniti.”                Lei conosce molto bene gli autori italiani, di alcuni di loro ha curato la traduzione in russo. Chi l’affascina di più tra gli scrittori italiani ?

“Sono affascinato dalla letteratura e cultura italiana in generale. Voi italiani siete avanguardisti e futuristi dai tempi di Jacopo da Lentini e Cimabue. Per non dire di Aristotele Fioravanti, Bartolomeo Rastrelli e Carlo Rossi che furono i creatori dell’identità stilistica russa di Cinquecento, Settecento e Ottocento. Devo dire che mi interessano tutti e so che in ogni epoca posso trovare qualcuno da scoprire e da tradurre. Burchiello, Giorgio Baffo, Tozzi, Palazzeschi, Rodari. In senso più concreto cerco di non perdere le novità di Umberto Eco, Aldo Nove, Alessandro Baricco (autori diversi tra loro). Spero sempre di trovare qualcosa di nuovissimo e freschissimo che non esisteva prima. Perché l’arte comincia laddove essa finisce.”

E tra gli scrittori siciliani chi conosce e apprezza?

“Mi ha dato il suo romanzo Guglielmo Pispisa, scrittore messinese, e ho fatto amicizia su Facebook con la giovane scrittrice Alessia Gazzola, anche lei messinese. Non è tanto ma spero tanto di tornare in Sicilia per approfondire la conoscenza.”  

 

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