Salvatore Spataro,quando architettura e ceramica si uniscono


La ceramica di Salvatore Spataro
La ceramica di Salvatore Spataro

Salvatore Spataro, oltre alla progettazione architettonica, ha sempre coltivato la passione per il design e gli oggetti di piccola scala. L’avvicinamento di Salvatore Spataro alla ceramica è avvenuto tramite una associazione di design auto-prodotto (IMAKE) che ha fondato con altri colleghi a Firenze un paio di anni fa. Il primo evento che hanno organizzato dal nome “Plasma” prevedeva la realizzazione di oggetti in ceramica in collaborazione con alcuni maestri artigiani. Da qui nasce anche “Design meets Sicily”, una collezione di design che reinterpreta in maniera inedita elementi e caratteri della cultura siciliana. Una linea realizzata grazie alla collaborazione di artigiani esperti e interamente prodotta in Italia che sarà in mostra, il 29 e 30 gennaio allo Street Fashion & food di via Santa Filomena a Catania

Il primo oggetto che ha creato?

“ Truppy, vaso/complemento ispirato alla classica trottola in legno con cui si giocava da piccoli. L’idea è stata quella di riprendere un elemento della tradizione siciliana e rivederlo in maniera contemporanea, cambiandone materiale, dimensione e funzione. Lo stesso oggetto l’ho poi declinato in diversi colori, ultima delle quali quella in oro in versione limitata”.

 Nella collezione “baroqEAT” perché ha voluto rappresentare le planimetrie di alcune chiese della Sicilia? E perché ha scelto i piatti?

“Il tema dell’expo, in programma quest’anno a Milano, mi ha fornito l’occasione per concentrarmi su un tema di food-design e da qui è nata baroqEAT, linea di piatti in porcellana che raffigurano alcune tra le più belle planimetrie di chiese barocche siciliane a pianta centrale. Tutti piatti hanno la possibilità di essere appesi a muro, proprio come nella vecchia tradizione siciliana dove spesso decine di piatti riempivano le pareti di cucine e ambienti comuni”.

 E il bianco e il nero?

L’uso del bianco e del nero rende queste planimetrie dei motivi grafici moderni, dei pattern che possono trovare una collocazione anche in ambienti dallo stile contemporaneo. Anche questi oggetti sono stati declinati in una variante oro per usi particolari.

 Può descrivere l’idea e la progettazione delle lampade “Cavagne Lamps”?

Le cavagne lamps sono state il secondo oggetto della collezione (anche se la produzione è in corso adesso); lampade a sospensione in ceramica ispirate alle cavagne, piccoli contenitori in canna e legno di fico che i venditori ambulanti utilizzavano per trasportare la ricotta in Sicilia.

Come mai ha deciso di “rivisitare” questi oggetti comuni?

Ho sempre avuto in mente di realizzare una linea di design sulla Sicilia. Vivendo da 15 anni a Firenze, è stato un modo per portarmi dietro la mia terra, la mia sicilianità.

 Subito dopo Truppy ho cominciato a fare una selezione mirata di simboli, non solo legati alla tradizione ma anche alla cultura e alla storia della Sicilia, ed essendo originario di Noto, non potevo non includere il Barocco tra questi.

A dicembre ho poi presentato un quarto oggetto, costituito da una linea di 5 palle in ceramica dove sono state scritte a mano da un maestro decoratore 5 differenti filastrocche in dialetto siciliano, legate al Natale. Le palle hanno un diametro di 12cm, ma il prossimo anno, le proporrò anche con un diametro inferiore in maniera tale da poterle utilizzare anche come oggetto decorativo per l’albero.

 Ha in mente qualche altra creazione?

Attualmente sto concludendo il processo produttivo delle lampade e sto lavorando sul prototipo di un nuovo oggetto, sempre legato al food-design.

Intervista di Clarissa Torrisi

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