Una ricercatrice siciliana finalista di SmartUp Lab


SmartUp Lab

A Napoli è iniziato ieri e prosegue oggi SmartUp Lab, nella sede  dell’Università degli Studi Federico II, Innovation, business venturing and health applications, l’incontro organizzato dal DEMI, Dipartimento di Economia, Management, Istituzioni, in collaborazione con EIT Health InnoStars, rappresentato in Sicilia dal Consorzio Arca di Palermo. si tratta di un evento dedicato all’innovazione in ambito salute.

Sul palco dei finalisti di SmartUp Lab, la ricercatrice palermitana Federica Scalia con il progetto denominato Exobrainer – nebulizzatore teranostico,  nato in occasione dell’Innovation Day organizzato a novembre dal Consorzio Arca di Palermo in collaborazione con EIT Health. In quella occasione 70 partecipanti, tra studenti universitari e ricercatori interessati a sviluppare idee imprenditoriali in ambito scientifico sanitario, hanno partecipato ad un contest di 48 ore, elaborando idee imprenditoriali molto interessanti. Il gruppo, composto da Federica Scalia, Eleonora Trovato e Francesco Pecoraro, ha sviluppato Exobrainer.

L’idea, si basa sull’utilizzo delle nanovescicole ingegnerizzate a livello cerebrale. Il dispositivo è stato pensato come possibile nuovo clinical device per abbattere principalmente i limiti fisici che la barriera ematoencefalica crea durante le indagini diagnostiche e l’approccio terapeutico a livello cerebrale. Più del 90% dei farmaci in commercio non oltrepassa tale barriera. L’idea consiste nell’isolare dal plasma sanguigno di un ipotetico paziente delle nanovescicole, chiamate “esosomi”, le quali sono prodotte fisiologicamente dalle cellule del nostro corpo ed hanno la capacità di attraversare la barriera ematoencefalica. Queste nanovescicole possono essere ingegnerizzate in laboratorio in svariati e differenti modi a seconda di quale sia lo scopo finale e, successivamente, somministrate per via intranasale allo stesso paziente. Le nanovesicole possono essere ingegnerizzate in modo tale che vengano inviateverso precise aree del cervello, o possibilmente legandosi a specifiche cellule cerebrali, permettendo una visualizzazione dell’area colpita in fase diagnostica. L’area sanitaria di applicazione è quella delle malattie neurodegenerative: dal Parkinson all’Alzheimer o tumori cerebrali.

 

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