Giacca, abito lungo, cravatta nera. Alla scoperta dei dress code più diffusi


dress code

Meeting, compleanni, colloqui, ma anche partite di calcio, casinò, cinema. Ogni ambiente ha la sua regola su come vestirsi.

Avrà anche ragione il proverbio “l’abito non fa il monaco”, ma in certi casi un vestito, una scelta, un colore, può fare tutta la differenza del mondo. Che sia per un colloquio di lavoro o una festa aziendale, un appuntamento galante o un compleanno, scegliere come vestirsi può veicolare messaggi, dare un’immagine, rispondere a delle aspettative.

In ogni aspetto della vita, insomma, c’è un dress code da seguire. Stiamo parlando delle norme per un corretto codice di abbigliamento, da seguire e rispettare per non incorrere in cadute di stile in un determinato evento. Le principali tipologie di dress code sono fondamentalmente sei.

La prima è quella del Cocktail Afeter Five, dove si richiede raffinatezza ma senza formalità. Per l’uomo si indica un pantalone elegante completato da camicia da colori chiari, giacca e cravatta sono invece opzionali. Niente smoking, via libera invece per lo spezzato. La donna invece è libera di giostrare abiti più corti, colori vivaci e tessuti luminosi, con la possibilità di indossare anche un pantalone e una camicetta. Niente eleganza eccessiva, insomma. Cosa che è invece richiesta del Black Tie, il dress code più formale. È usato in maniera rigorosa per eventi serali e ha delle regole fisse. Per gli uomini smoking, papillon nero, camicia bianca, scarpa nera liscia. Per la donna abito lungo da sera, a caviglia coperta, scarpa o sandalo sottile e unica borsa ammessa la pochette. Se questi due sono gli estremi, al centro ci sono due sfumature molto diffuse. La prima è quella del Black Tie Optional, che obbliga all’eleganza ma senza rigore e con più ampio margine di manovra.

Ma il dress code non riguarda solo meeting e feste aziendale, appuntamenti di lavoro o inviti a palazzo. Anche la vita di tutti i giorni può entrare in contatto con regole per l’abbigliamento. Sapevate, ad esempio, che anche per entrare in casinò dovete fare attenzione a come ci si veste. Alcune strutture infatti preferiscono la formalità, l’etichetta, la sobrietà, altre invece lasciano più ampio margine di manovra. Casinò “turistici” come quello di Las Vegas, Campione o Malta aprono le porte anche ad abiti comodi, vestiti da mare o simili. Altri come quello di Montecarlo o quello di Venezia, Ca’Vendramin Calergi, prevedono l’ingresso per alcune sale solamente con la giacca per gli uomini o l’abito da sera per le donne, con possibilità anche di noleggiarlo in sede.

Cambiando ambiente, tempo fa aveva destato scalpore un volantino emanato dal gruppo ultras della Lazio,  Gli Irriducibili, in cui si spiegava come entrare in Curva Nord: che marca di scarpe, quale tipo di occhiali, giacca, camicia, t-shirt, cappelli. Un libro appena uscito, invece, “Irregolari” di Mauro Bonvicini, parla delle gang giovanili di teppisti e criminali diffuse in Francia e Inghilterra ai primi del Novecento. Ebbene, anche loro avevano un dress code: scarpe di pelle gialla e finiture dorate, pantaloni stretti alle ginocchia e larghi sulle caviglie, camice a righe, giacca corta, in testa una coppola e al collo un foulard.

Insomma, che siate un criminale, un tifoso o un semplice invitato ad una festa, dovete saper bene come vestirvi.

 

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