Si sono date appuntamento in piazza Duomo per poi spostarsi in piazza Università e dar vita a un flashmob fotografico, nel giorno in cui in tutto il mondo si celebra la giornata internazionale della rivendicazione dei diritti delle donne. Duecento donne, vestite interamente di nero, con cartelli contro ogni stereotipo, sussurrando frasi come “Ma chi l’ha detto?”, a voler sottolineare come ogni cambiamento sia davvero possibile. Insieme, tenendosi per mano, hanno creato un cerchio, mettendo al centro l’unica donna vestita bianco.
“Abbiamo voluto simboleggiare un fiore nero, morente con al centro un unico petalo bianco, il simbolo di speranza – spiega l’ideatore Francesco Nicosia, fotoreporter – Le donne in nero avevano il capo chino, in segno di debolezza, sudditanza psicologica e la donna in bianco aveva, invece, il viso rivolto verso l’alto, come risvegliata. Lei sola, piano piano, è riuscita a risvegliare le altre, facendole alzare una per una perché anche loro potessero prendere coscienza”. “L’abbiamo chiamato “L’8” perché sia solo l’inizio di una mobilitazione che possa ripetersi ogni 8 del mese in una città differente – prosegue – abbiamo voluto creare un movimento che partisse dalle donne per dare l’avvio di un barlume di cambiamento culturale, non solo da parte delle donne, ma anche degli uomini. Abbiamo messo insieme più linguaggi: l’arte, la cultura, la fotografia, il mondo del lavoro e del sociale per lanciare tutti insieme un messaggio chiaro: ognuno di noi, nel nostro piccolo e nel nostro ruolo possiamo contribuire al risveglio”.
“Con l’obiettivo più generale – aggiunge Amalia Zampaglione, presidente dell’associazione “ShamOfficine”, promotrice dell’evento – di favorire la sinergia tra le forze che provengono dalle associazioni, dai centri antiviolenza e da tutte quelle realtà, grandi e piccole, che sul territorio si adoperano per il contrasto alla violenza, per la prevenzione ed il contrasto degli stereotipi di genere e per la denuncia della subalternità delle donne nel mercato del lavoro, valorizzando gli sforzi che ciascuno fa in merito delle proprie competenze”.
Un evento che ha visto la collaborazione anche della stilista Tiziana Tizzini, di Haircolormalia di Mariagrazia Vinciguerra &Massimo Bajeli, di Bal FolKatania, Tenda Rossa, l’associazione “La Ragnatela” e la presenza dell’assessora alla Cultura del comune di Catania, Barbara Mirabella. “Dobbiamo ricordarci il valore della rete, del fare le cose tutti insieme, che non c’è differenza di pensiero di fronte alla rivendicazione dei diritti– commenta Barbara Mirabella – la mia presenza oggi è come donna, imprenditrice e rappresentante di un’istituzione, con l’impegno di mettere un tassello per abbattere i muri e sconfiggere la paura della diversità. Non vogliamo feste, ce ne hanno fatte già troppe”. “Sono contentissima di avere partecipato a questo evento – sottolinea la stilista Tiziana Tizzini – siamo circondate da tanta bellezza e dobbiamo cominciare a riconoscerla dentro di noi. Da donna dico, non perdiamo mai la forza, la determinazione, il coraggio, la creatività, l’amore la passione perché tutto questo aiuta a riconoscere il nostro valore come individui. Non molliamo mai”.
“L’associazione – conclude la presidente di ShamOfficine – promuove incontri, iniziative, interventi e mobilitazioni per rimuovere le cause culturali, economiche, sociali che spesso sono alla base di queste gravissime degenerazioni e offre supporti, aiuti per contribuire a contrastare la violenza e il femminicidio”.
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