Agorà delle donne lancia “5 secondi”, prima campagna social antidiscriminazione


La locandina della campagna lanciata da Agorà, 5 secondi
La locandina della campagna lanciata da Agorà, 5 secondi

Si chiama “5 secondi” ed è la nuova campagna social lanciata dall’associazione Agorà delle donne contro ogni tipo di discriminazione. Perchè 5 secondi ?  In pochi sapranno veramente cosa si può fare in 5 secondi: un segmento di tempo limitato in cui può avvenire di tutto. Bastano solo 5 secondi per discriminare: con una frase, un gesto, condividendo contenuti social denigranti. Ma 5 secondi sono  sufficienti anche a dire no ad ogni forma di discriminazione.

Agorà delle donne lancia, dunque,  la prima grande campagna che interesserà  gli alunni di 5 scuole del territorio del comune di Licata che saranno coinvolti in un gaming entusiasmante, che li condurrà in un percorso di legalità ed inclusione.  L’obiettivo è quello di realizzare 5 incontri in altrettante scuole, dove Mariagrazia Brandara di Agorà delle donne introdurrà il tema dell’antidiscriminazione a 360° utilizzando i moderni dispositivi tecnologici che oggi tutti i ragazzi posseggono. I giovani saranno invitati a partecipare ad  un’azione gaming attraverso la quale, condividendo il simbolo Five, contribuiranno a dire no alle 5 forme di discriminazione più diffuse, ovvero genere, religione, sesso, razza o etnia ed età. Infine, i ragazzi delle scuole, potranno condividere, utilizzando 5 parole la propria idea di antidiscriminazione, pubblicando un post sull’apposita pagina Facebook.

Tra le frasi valutate come le più significative da Agorà delle donne, una di queste sarà premiata come “messaggio ufficiale” del comune della città di Licata: saranno impresse in una targa nel corso di una apposita cerimonia presieduta dal Commissario Straordinario diventando una sorta di “marchio antidiscriminazione” di cui potrà fregiarsi tutta la comunità. Per aderire alla campagna basta mettere un “like” alla pagina  5Secondi su Facebook e scrivere 5 parole contro ogni forma di discriminazione.

Comunicato stampa

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