Il Banco alimentare raddoppia. Nelle città siciliane sono in aumento le persone bisognose. Ai 600 mila che giornalmente chiedono supporto alle strutture caritative, si aggiungono i numerosi migranti che giungono periodicamente in Sicilia in condizioni disperate. La fondazione Banco Alimentare ha deciso di raddoppiare l’appuntamento con la Colletta Alimentare sabato 14 giugno. Non è un buon segnale, perché per la prima volta dopo 17 anni dalla nascita di questa giornata in cui si chiede agli italiani di fare la spesa per i più poveri, l’emergenza è aumentata. Durante la conferenza stampa “Colletta Alimentare Straordinaria” tenutasi a Catania, abbiamo avuto modo di sentire le testimonianze di chi vive ogni giorno a contatto con i poveri e di coloro che hanno sofferto la fame in prima persona. Ne è venuto fuori un quadro allarmante.
“Da qualche anno- ci spiega padre Carlo d’Antoni, parroco della Chiesa di Bosco Minniti di Siracusa, che si occupa di accoglienza ai migranti – non arrivano più in Sicilia solo uomini in cerca di lavoro, ma donne e bambini. Si tratta di un vero e proprio esodo di massa. Le guerre, la violenza, la povertà sono le cause che spingono questi uomini a lasciare il loro paese per andare in cerca di fortuna. Molti provengono dall’Africa, altri dal Medio Oriente. Quando arrivano qui si rendono conto della crisi economica e da poveri diventano miseri”.
E come se la miseria non bastasse “In Sicilia – prosegue padre D’Antoni – c’è la mafia che cerca di prevaricare sui più deboli. Spesso vengono sfruttati, lavorano senza essere pagati. Vivono in situazioni disperate, senza acqua, luce e servizi igienici, in masserie o casolari abbandonati. Hanno bisogno di un’assistenza non solo alimentare. Di una guida che li accompagni ad intraprendere un percorso di regolamentazione. Sono aiutati dalla Chiesa e dai volontari”.
E poi ci sono i tempi lunghi della burocrazia. Il parroco a riguardo aggiunge: “Devono aspettare anni per avere un documento in tasca. I ragazzi di colore hanno il senso della gratitudine e ci ripagano con il loro ottimismo. La Sicilia per loro è un ponte verso il nord Europa”.
Elogia inoltre il Banco Alimentare che definisce “essenziale”. E aggiunge: “La maggior parte del cibo che distribuiamo proviene da lì. Le scorte diminuiscono e la massa dei bisognosi aumenta. Non ci sono solo migranti da sfamare, ma gente del luogo come disoccupati e pensionati. Ci sono famiglie che pur non essendo ricche, per aiutare i bisognosi, portano dei prodotti alimentari in chiesa, invece delle monetine”.
Padre Carlo d’Antoni è accompagnato da Yoro Ndao senegalese di 25 anni ospite della parrocchia. Yoro è un ragazzo di colore che è fuggito dalla sua terra per trovare condizioni di vita più dignitose. Parla francese e capisce poco l’italiano. I suoi occhi hanno visto la sofferenza, il suo corpo ha patito la fame. Ci ha raccontato, con timidezza e a volte coi gesti e la scrittura, la sua esperienza: “In Senegal lavoravo per un’associazione che era contro la circoncisione e il matrimonio precoce. Le mie idee non erano viste di buon occhio dai tradizionalisti. Ho pagato circa 900 euro per il viaggio dal Senegal a Tripoli. Lì, gli scafisti hanno una sorta di base, dalla quale partono per la Sicilia. Per non pagare altro denaro ho fatto il cuoco. Sono arrivato in Sicilia a febbraio con la barca, ho dormito per strada, sulle panchine. Poi, alcune persone mi hanno notato e mi hanno offerto la loro solidarietà. Adesso sono ospite della Chiesa di Bosco Minniti. Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato. Sto aspettando i documenti e sono disponibile ad andare in qualunque luogo per lavorare”.
Banco alimentare e l’aiuto ai poveri
Ma se si parla di povertà non è necessario andare poi così lontano. Molti sono i quartieri della città di Catania dove i bisognosi aumentano ogni giorno. Si parla di “nuovi” poveri, per indicare coloro che hanno perso il lavoro in età avanzata e non riescono a ricollocarsi, i pensionati che non arrivano a fine mese e non possono permettersi neanche le spese sanitarie, le famiglie numerose. “In questi ultimi anni – riferisce don Antonio De Maria della Parrocchia Maria Ausiliatrice e San Domenico Savio di San Giorgio- mi sono reso conto di come sia cambiata la situazione in città. Le famiglie sono senza lavoro e hanno molti figli. Hanno difficoltà nel pagare le utenze e le visite sanitarie. Le istituzioni hanno tolto i finanziamenti alla Caritas e alle strutture caritative. Noi cerchiamo di sensibilizzare la gente alla solidarietà. Abbiamo deciso quest’anno di tagliare i festeggiamenti per la Madonna e di utilizzare quelle poche donazioni che riceviamo per organizzare un pranzo per i poveri. Se non ci fosse il Banco Alimentare non potremmo aiutarli”.
Ai clienti dei supermercati si chiede di mettere nel carrello olio, pasta, sughi, alimenti per l’infanzia e legumi che andranno alle strutture caritative per aiutare i bisognosi. Si può inoltre, in qualsiasi momento dell’anno, contribuire con una donazione in denaro con un versamento su C/C Postale n. 12316931 oppure con un bonifico bancario presso Banca Prossima IBAN IT80O0335901600100000013799.
Nella foto da sinistra: Domenico Messina, don Antonio De Maria, padre Carlo d’Antoni, Yoro Ndao, Fabio Prestìa
Scrivi un Commento